Cerca

VILLAMARZANA

81 anni dall'eccidio: “E’ la storia che ci mostra la via”

La lezione dello studioso nella ricorrenza dell’eccidio fascista: “Solo così si va lontano”

Villamarzana, 81 anni fa. Il rastrellamento nella notte tra il 13 e 14 ottobre 1944 compiuto da fascisti della Guardia Repubblicana Italiana, i prigionieri spostati nelle carceri giudiziarie di Rovigo e, la mattina successiva, vengono fatti salire sui camion e portati a Villamarzana.

Il plotone di esecuzione pranza in un’osteria, sul muro della casetta del barbiere, i fascisti scrivono “primo esempio”. I prigionieri escono sei alla volta dalla casetta del barbiere, con le mani legate, vengono fucilati alla schiena sotto gli sguardi dei parenti costretti a guardare dalla finestra del municipio. Alle 17 e 30 il massacro sembra finito. Si cerca il quarantaduesimo condannato, trovato, chiede di poter morire sulla tomba della sorella. Sarà accontentato. Tra i corpi ammassati si alza un sopravvissuto che miracolosamente scavalca il muro del cimitero e a salvarsi. Ma l'eccidio ancora non è finito. Altri tre arrestati sono in attesa del processo.

Primo Munari viene fucilato nel cortile della Caserma Silvestri il 21 ottobre. E i morti diventano 43. I 43 nomi scanditi ieri mattina sulla piazza di Villamarzana, 43 rintocchi di campanella che, per un momento, hanno riportato i presenti all’eccidio di ottant’un anni fa.

Villamarzana, oggi, per l’ottantunesima volta, ricorda. In una piazza discretamente gremita, con un numero consistente di amministratori, i bambini delle scuole, la banda di Lendinara, il picchetto dei paracadutisti della Folgore, i labari dell’Anpi e della associazioni combattentistiche, onorevoli e senatori, consiglieri e assessori regionali, la presenza di Sua Eccellenza il Prefetto di Rovigo, Franca Tancredi, a rappresentare il governo, Bartolomeo Amidei, senatore, Nadia Romeo, deputato, e ancora il presidente della Provincia di Rovigo, Enrico Ferrarese, gli assessori regionali Valeria Mantovan e Cristiano Corazzari, il sindaco di Villamarzana, Daniele Menon e Damiano Furini, vicario generale della diocesi di Adria Rovigo, chiamato a celebrare la messa che, tradizionalmente, apre le celebrazioni sulla piazza.

Una mattinata dedicata alla storia e alla memoria, declinate nelle diverse accezioni dai relatori, Prefetto, Presidente della Provincia, Sindaco, e chiusa dall’orazione ufficiale di un superlativo Davide Conti, storico, consulente della Procura di Bologna per l’inchiesta sulla strage del 2 agosto 1980.

E le parole finali del suo intervento a significare il senso della commemorazione di Villamarzana: “La storia torna ad essere un punto di riferimento, un precipitato del tempo passato, che può informare il nostro presente. La storia che è incontro collettivo che ci consente oggi di essere cittadine e cittadini attivi nel percorrere quella strada che le donne e gli uomini della Resistenza, le madri e i padri costituenti hanno disegnato dentro una grammatica, quella costituzionale, che non ha mai teso a cristallizzare il tempo. Una strada che ha sempre guardato alla promozione del futuro di quei valori, rivolgendosi a quel sangue nuovo nelle arterie della Repubblica che sarebbero state le giovani generazioni che la Costituzione devono trovare nelle scuole, nelle università, nel vivere pubblico, perché solo attraverso la conoscenza di ciò che è stato, avremo la dimensione di ciò che siamo stati. Avremo cioè la contezza di essere venuti da lontano e di andare lontano”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400