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LA GIORNATA NAZIONALE

Vittime sul lavoro: “Basterebbe far osservare le norme”

Il monito di Anmil Rovigo. In Polesine 5 morti in otto mesi e 1.382 infortuni

“Volete meno morti sul lavoro? Allora non cambiate le norme, sono perfette, fate in modo che le norme vengano rispettate”. E’ chiaro il monito del presidente Anmil di Rovigo Luciano Serafin davanti alla platea autorevole intervenuta alla 75esima cerimonia per la giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Ieri mattina al tradizionale corteo c’erano il sindaco Valeria Cittadin, il viceprefetto vicario, Valeria Gasparri, il senatore Bartolomeo Amidei, la deputata Nadia Romeo, l’assessore regionale al Lavoro Valeria Mantovan, la consigliere regionale Laura Cestari, i rappresentanti sindacali della Cisl Samuel Scavazzin e della Uil Valeria Fogo.


Il corteo partito dalla chiesa di San Francesco alla Gran Guardia, dove è stata deposta una corona. Poi in consiglio comunale, dove sono stati consegnati i brevetti Inail ai lavoratori che sono stati protagonisti di infortuni in provincia. “Purtroppo un numero che non diminuisce - ha sottolineato nel suo intervento Serafin - Meno di una settimana fa sono stati diffusi i dati Inail relativi alle denunce di infortunio e malattia professionale presentate all’Istituto nei primi 8 mesi di questo 2025, numeri che rimangono drammaticamente ancorati alla mancanza di un cambiamento. Noi di Anmil elaboriamo questi numeri per conoscerne le variazioni rispetto ai periodi e alle annate che li hanno preceduti rendendoci puntualmente conto dell’inefficacia delle molte misure messe in atto”.


Serafin sottolinea anche come Anmil faccia fatica a stare in vita. “Anticipiamo vita anticipando ogni mese i ritardi di pagamento da parte del Ministero del Lavoro per le attività del Patronato Anmil: un credito maturato che ammonta ad oltre 11 milioni di euro e che oggi risulta ancora insoluto dal 2018, nonostante sentenze esecutive e la minaccia della fine del servizio che da più di 80 anni Anmil offre alla categoria alla quale apparteniamo e che rappresentiamo, obbligandoci alla chiusura di sezioni e sportelli sui territori e a ritardare i pagamenti degli stipendi dei nostri dipendenti, da due anni sottoposti a riduzioni dell’orario di lavoro ed integrazioni salariali”.


I numeri fanno effettivamente paura: “Dall’inizio dell’anno in corso, le denunce di infortunio totali presentate all’Inail nella nostra Regione sono stati 46.410 delle quali 76 con esito mortale. La nostra provincia conta un totale di 1.382 denunce di infortunio delle quali 5 con esito mortale.
Ogni volta che un lavoratore muore, è l’integrità stessa della Nazione a subire una ferita profonda”.

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