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Bea, il tuo sguardo era la gratitudine

In tantissimi per ricordare la piccola

“Lei ringraziava le api perché donavano il miele. Ringraziava perfino la pioggia, perché serviva a dare da bere alle piante. Io mi lamentavo del tempo, e lei mi guardava seria e diceva: mamma, la pioggia serve.”

Con una forza granitica e una dolcezza disarmante, Elena Pavan, la mamma di Beatrice, ha ricordato sua figlia: una bambina di sette anni capace di osservare il mondo con meraviglia e gratitudine. È da quello sguardo che è nata l’associazione: “Gli Occhi di Bea Aps”, che domenica 12 ottobre ha portato al Parco degli Angeli di Villadose la terza edizione di un evento ormai simbolo di amore, comunità e solidarietà, capace di avvicinare le persone e smuovere le istituzioni.

Attorno a Elena, alla sua famiglia e alla presidente dell’associazione Stefania Pasqualin, si sono ritrovati amici, volontari, artisti e cittadini, uniti per sostenere i progetti dedicati all’inclusione dei bambini con disabilità. Durante la giornata, condotta da Sara Padovani, si è respirata un’atmosfera di festa semplice e autentica, proprio come quella che Bea avrebbe voluto: bambini che giocavano tra i gonfiabili, famiglie con piadine e primi piatti preparati dal Comitato Santa Giulia, musica e sorrisi, in un piccolo mondo che parlava di condivisione.

“L’amore vero è semplice” ha ricordato Pasqualin, spiegando come l’associazione intenda destinare i fondi raccolti alla creazione di un progetto sportivo inclusivo, aperto ai ragazzi con disabilità. Un modo per dare continuità al messaggio di Bea, che sapeva vedere la bellezza nelle differenze. L’evento iniziato alle 11.30 si è concluso nel tardo pomeriggio tra giochi e divertimento, sul palco si sono alternati i giovani e talentuosi Monday Closed e gli storici Marmaja, in un intreccio di generazioni e di emozioni. “Chi partecipa agli Occhi di Bea se ne torna a casa con qualcosa che resta nel cuore -ha raccontato Pasqualin-è un’energia che ti fa bene, come una carezza.”

L’associazione, nata dopo la scomparsa della piccola Beatrice, avvenuta cinque anni fa, ha scelto di trasformare il dolore in impegno concreto. “Vogliamo che lo sport diventi un’occasione per stare insieme, non per dividere-ha spiegato la presidente- perché le differenze non allontanano, arricchiscono.” Nel pomeriggio sono intervenuti l’onorevole Bartolomeo Amidei, l’assessore regionale Valeria Mantovan, il presidente della Provincia Enrico Ferrarese e il sindaco di Villadose Pier Paolo Barison, che ha promesso di illuminare il parco: “Di sera è buio, e non è giusto per un luogo che parla di luce.” Anche il sindaco di Ceregnano, Egisto Marchetti, ha voluto lasciare un messaggio: “Ogni volta che partecipiamo a questo evento torniamo a casa con il cuore gonfio di gioia. È una festa che ti dà la carica e la forza per affrontare anche i momenti più difficili. È stato emozionante vedere così tanta gente festeggiare Bea e tutti i piccoli angeli che abbiamo conosciuto.” E così, tra musica, ricordi e abbracci, il Parco degli Angeli si è riempito di vita. Gli Occhi di Bea, ancora una volta, hanno illuminato tutti.

 

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