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Chiudono il capannone due mesi, col gatto dentro

La micia è sopravvissuta

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Foto di repertorio

Dopo oltre due mesi di assenza, la gattina Wiskey è tornata tra le braccia della sua proprietaria, Sara D., al termine di una vicenda che ha commosso l’intera comunità. L’animale, scomparso all’inizio dell’estate, è sopravvissuto intrappolato all’interno di un capannone industriale rimasto chiuso per ferie, riuscendo a resistere grazie all’acqua trovata nei servizi igienici.

Wiskey, una gatta dal pelo fulvo e dal carattere docile, aveva sempre vissuto in appartamento. Lo scorso giugno, dopo un trasloco in via Vallonto, Sara e la sua famiglia avevano iniziato una nuova vita in una casa circondata dal verde. Per la gattina, curiosa ed esploratrice, l’ambiente esterno rappresentava una novità. "Aveva cominciato a uscire in giardino e a esplorare – racconta la padrona – ma un giorno si è allontanata troppo e non è più riuscita a tornare".

Le ricerche erano iniziate subito, con appelli diffusi nei social network e volantini in zona. Tuttavia, di Wiskey non c’era traccia. Nessuno poteva immaginare che l’animale fosse rimasto chiuso per errore all’interno di un’azienda del territorio, proprio nei giorni in cui lo stabilimento aveva sospeso l’attività per la pausa estiva.

Quando, a fine agosto, i dipendenti sono rientrati al lavoro, si sono trovati davanti una gatta ridotta allo stremo, scheletrica ma viva. "Una dipendente, colpita dalla sua condizione, l’ha portata a casa per accudirla", racconta Sara. La donna, non potendo tenerla, aveva poi pubblicato un annuncio di adozione.

Il caso ha voluto che una conoscente di Sara vedesse la foto online e riconoscesse in quella gattina smagrita proprio Wiskey. È bastato un messaggio per far ricongiungere la micia alla sua proprietaria. "Quando l’ho rivista non potevo crederci – spiega Sara – era provata ma mi ha riconosciuta subito. Ora non mi lascia un attimo, mi segue ovunque".

La storia di Wiskey si è così chiusa con un lieto fine, grazie alla solidarietà di chi l’ha trovata e alla rete di persone che si sono mobilitate sui social. "Ringrazio tutti – conclude Sara – perché non mi sono mai sentita sola nella ricerca. I social, questa volta, hanno davvero fatto la differenza".

La gattina, ancora in fase di recupero, ha ripreso a mangiare regolarmente e si sta lentamente riabituando alla vita domestica, dopo un’estate trascorsa da prigioniera inconsapevole in un capannone vuoto.

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