VOCE
Ecoambiente
14.10.2025 - 22:04
Ecoambiente la polveriera, la lettera del presidente Pier Paolo Frigato ai sindaci il detonatore. E martedì, la replica dell’amministratore delegato Alberto Patergnani e della vicepresidente Patrizia Cassetta è stata benzina sull'incendio che sta divampando nel cda della società. Una replica che esordisce chiarendo subito le conseguenze delle parole del presidente: “Frigato, come è giusto che sia, si assumerà la piena e totale responsabilità delle sue affermazioni, nelle sedi competenti - scrivono Patergnani e Cassetta - ma non abbiamo alcun timore, già oggi, ad evidenziare che la sua narrazione dei fatti, in assenza di qualsivoglia riferimento a norme, regolamenti o procedure, risulta totalmente priva di fondamento, oltre che diffamatoria”.
I due poi replicano punto per punto alle accuse: “Gran parte delle deliberazioni assunte dal cda che si è insediato a luglio - puntualizzano - sono state approvate all’unanimità, con l’eccezione di alcuni punti riguardanti, principalmente, le indennità spettanti agli amministratori e la scelta del direttore tecnico chiamato a sostituire Walter Giacetti, dimissionario. E ancora, i presunti ‘ritardi’ a cui fa riferimento, in modo totalmente generico, il presidente non corrispondono alla realtà dei fatti ed, anzi, appaiano totalmente fuori luogo, soprattutto con riferimento al budget previsionale 2025, che è in corso di verifica, per essere poi posto all’attenzione dell’assemblea dei soci. Ci limitiamo a ricordare al presidente che l’ad ha acquisito le deleghe operative e gestionali solamente il 2 settembre, cioè poco più di un mese fa, e che una sana e corretta gestione aziendale prevede, di norma, la realizzazione degli investimenti solamente a seguito dell’approvazione del budget economico, del piano industriale e del piano degli investimenti da parte dei soci, previsione contemplata dall’articolo 11 dello statuto aziendale, che forse Frigato ancora non conosce bene”.
Le accuse non si fermano qui, perché Patergnani e Cassetta proseguono: “L’accusa formulata da Frigato risulta surreale, partendo dal presupposto che lui stesso non si è preoccupato, in veste di componente del cda, di ottenere, da parte dei soci, l’approvazione del budget 2024, che quindi non risulta agli atti, e nemmeno di quella relativa al budget 2025. Preferiamo fermarci qui, visto che purtroppo la società, ad oggi, presenta un piano industriale completamente superato, non più corrispondente alla realtà dei fatti, in gran parte disatteso, e che il precedente cda di cui Frigato faceva parte non ha provveduto a revisionare”. Se su questi aspetti, i due amministratori chiudono con un “meglio stendere un velo pietoso”, su altri temi vanno all’affondo: “Invitiamo Frigato a non coinvolgere il collegio sindacale in questa sterile ed improduttiva polemica, che ha tanto di politico e molto poco di amministrativo o societario” in quanto lo stesso collegio sindacale ha “solamente evidenziato ciò che era giusto evidenziare, e cioè che, in linea di principio, i cda di tutte le aziende dovrebbero lavorare in modo condiviso”. Ma, aggiungono, “se ciò non è avvenuto la responsabilità deve essere attribuita ad un presidente che, purtroppo per lui, non ha ancora ben compreso quali siano gli effettivi poteri di un rappresentante legale senza alcun tipo di delega gestionale e che tende a debordare, sempre più spesso, dai compiti a lui assegnati dallo statuto societario, assumendo anche atteggiamenti alquanto discutibili nei confronti degli altri consiglieri”.
Le parole, insomma, pesano come macigni. E diventano ancora più pesanti quando Patergnani e Cassetta entrano nel merito della scelta di Eugenio Boschini a direttore tecnico, “conseguente ad una procedura di selezione interna, finalizzata anche all’ottenimento di importanti economie, passando da due dirigenti ad uno”. Sul punto, i due consiglieri non usano mezzi termini: “Riteniamo - dicono - che Frigato abbia espresso il peggio di sé, formulando accuse infamanti, diffamatorie e di cui si assumerà la totale responsabilità”. Questo perché “il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’azienda ha praticamente concluso la propria istruttoria, in piena e totale autonomia, manifestando l’assenza di problemi di incompatibilità e inconferibilità”.
In qualsiasi caso, Patergnani e Cassetta fanno sapere che “nel corso dei prossimi giorni sarà nostra cura informare tutti i soci, in modo analitico, dei veri ritardi e delle problematiche che riguardano alcune opere pubbliche importanti che l’azienda oggi è chiamata a realizzare, non certo attribuibili a persone che sono state chiamate a guidare Ecoambiente da poco più di tre mesi”.
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