Cerca

CRONACA

Suicidio assistito: donna paralizzata chiede aiuto

55enne toscana lancia un appello disperato

Suicidio assistito: donna paralizzata chiede aiuto

Nonostante l’ok al suicidio assistito, Libera non può somministrarsi da sola il farmaco letale, essendo paralizzata dal collo in giù. I pareri tecnici richiesti dal giudice confermano che non esistono dispositivi azionabili con voce o occhi.

L’appello – «Il limite della mia sopportazione è stato superato. Chiedo l’aiuto di un medico per poter morire», dichiara la donna, che aveva ottenuto l’autorizzazione alla procedura secondo la legge italiana.

Associazione Luca Coscioni – Marco Cappato annuncia la disobbedienza civile: «Se lo Stato non agirà subito, ci assumeremo la responsabilità di aiutarla». La donna aveva fatto richiesta all’ASL nel marzo 2024, inizialmente respinta per motivi legati al rifiuto della nutrizione artificiale con Peg, giudicata come requisito necessario.

Iter giudiziario – La vicenda ha coinvolto il tribunale di Firenze e la Consulta, che nel luglio 2024 aveva indicato la possibilità di usare dispositivi comandati da voce o occhi, ma ad oggi tali strumenti non esistono. Il diritto di Libera a procedere resta quindi inattivo.

Situazione attuale – L’unica speranza per la donna è ricevere assistenza diretta da un medico. L’associazione Luca Coscioni sottolinea la necessità di interventi immediati dello Stato, denunciando lo scaricabarile istituzionale e la situazione di violenza subita dalla paziente.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400