Tragedia nella notte in via San Martino a Castel D'Azzano (Verona), dove una violenta esplosione ha distrutto un casolare e provocato la morte di tre carabinieri, mentre 27 sono i feriti tra carabinieri, poliziotti e vigili del fuoco. Sul posto sono intervenuti immediatamente i Vigili del fuoco, il 118 e le unità di soccorso specializzate, ma per i tre militari rimasti sotto le macerie non c’è stato nulla da fare.
Marco Piffari, 56 anni, in servizio a Mestre, era alla guida della Sos, la Squadra Operativa Supporto del Battaglione Mobile di Mestre. Era residente a Trebaseleghe. Valerio Daprà, originario di Brescia, 56 anni, faceva parte dell'Api, Aliquota di Primo Intervento del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Padova. Lascia la compagna e un figlio di 26 anni. Davide Bernardello, 36 anni, faceva parte dell'Api come il collega. Era nato a Camposampiero.
Secondo una prima ricostruzione, le forze dell’ordine erano intervenute per sgomberare l’abitazione, dove si trovavano tre occupanti, due uomini e una donna. Subito dopo l’esplosione sono stati fermati Dino Ramponi, 63 anni e la sorella Maria Luisa Ramponi, 59 anni, entrambi feriti nella deflagrazione. Un terzo fratello, Franco Ramponi di 65 anni, è stato bloccato dai militari dopo un breve tentativo di fuga e trovato in un campo di proprietà. Durante le operazioni, intorno alla mezzanotte, si sarebbe verificata una deflagrazione improvvisa che ha fatto crollare completamente l’edificio di due piani, travolgendo gli operatori impegnati sul posto.
La potenza dell’esplosione è stata avvertita a chilometri di distanza, svegliando i residenti della zona. Numerose squadre dei vigili del fuoco, provenienti anche dai distaccamenti limitrofi, hanno lavorato per ore per domare le fiamme e rimuovere le macerie, mentre i sanitari del 118 prestavano soccorso ai feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi.
L’area è stata completamente transennata e posta sotto sequestro per consentire ai tecnici dell’Arma e della Scientifica di effettuare i rilievi. Sul posto, oltre al comandante provinciale dei carabinieri, sono intervenute anche le autorità giudiziarie per coordinare le indagini.
"In casa sono state trovate sei bombole di gas. L’esplosione è arrivata al piano di sopra - ha detto Raffaele Tito, procuratore capo di Verona - L’ambiente era stato saturato e, aprendo, le forze dell’ordine hanno sentito il rumore di un fischio”, ha affermato. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori c’è anche quella di una molotov lanciata. "Era una casa disastrata, fatiscente e non c’era nemmeno l’allaccio della corrente elettrica. Carabinieri, Prefettura e Comune si erano dati da fare, c’era già anche un alloggio alternativo, ma era una situazione molto difficile che andava avanti da tempo", ha aggiunto Tito.
"Le forze dell’ordine, carabinieri, vigili del fuoco e polizia, avevano fatto una attenta pianificazione – ha affermato – La reazione è stata talmente violenta che era difficile da prevedere". "Avevo delegato la perquisizione alla ricerca di bottiglie molotov perché, grazie ai carabinieri, avevamo delle foto dalle quali si vedevano queste molotov sul tetto”, ha detto ancora Tito. Nessun dubbio, dunque, per gli inquirenti, che si sia trattato di un gesto volontario e premeditato: i tre fratelli Ramponi sono stati arrestati per omicidio premeditato, ma probabilmente verrà contestato loro il reato di strage.
Secondo quanto ricostruito, i tre avevano sottoscritto, in passato, un mutuo ipotecario che però non erano più riusciti a sostenere ed era dunque stato deciso il pignoramento dell’immobile. Un primo tentativo di liberare il casolare era andato a vuoto nel novembre 2024, quando i due fratelli si erano barricati in casa con taniche di benzina ed erano stati messi in salvo dai vigili del fuoco. Anche in quella circostanza avevano saturato gli ambienti con il gas, ma le forze dell’ordine erano riusciti a far desistere i Ramponi.
Sul posto erano presenti anche due vigili del fuoco del comando di Rovigo, esperti di droni. Non sono per fortuna stati coinvolti dall'esplosione.
"Erano problematici, da quello che so non volevano abbandonare la casa. Avevano già avuto degli sfratti, la situazione era conosciuta, purtroppo in negativo. E la cosa si è risolta non bene", è il racconto di una vicina di casa dei Ramponi. "Il cancello era sempre chiuso, portavano dentro le bestie e si chiudevano dentro. Stavano per i fatti loro", spiega un altro vicino dei tre. l presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio di cordoglio al comandante generale dell’Arma Salvatore Luongo, contattato anche dalla premier Giorgia Meloni.
"Con immenso dolore ho appreso stamattina della tragica scomparsa di tre Carabinieri, caduti in servizio questa mattina a Castel d'Azzano, travolti da un'esplosione durante un'operazione di sgombero. Desidero rendere onore alla memoria del Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, del Carabiniere Scelto Davide Bernardello e del Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà, che hanno sacrificato la propria vita compiendo fino all'ultimo il loro dovere al servizio del Paese. In questo momento di profonda tristezza, a nome mio personale, come Ministro della Difesa, come padre e come cittadino, e a nome di ogni donna e uomo della Difesa, esprimo il più sincero e commosso cordoglio alle famiglie delle vittime, ai loro cari e a tutta l'Arma dei Carabinieri", ha detto il Ministro della Difesa, Guido Crosetto.
"Tutto il Veneto - ha commentato Luca Zaia - rende onore alla memoria del luogotenente carica speciale Marco Piffari, del carabiniere scelto Davide Bernardello e del brigadiere capo qualifica speciale Valerio Daprà, i tre militari dell'Arma deceduti stanotte nell'esplosione del casolare da sgomberare a Castel d'Azzano, Verona. Seguo personalmente l'evolversi delle condizioni dei feriti, in cura negli ospedali veronesi per ferite da scoppio. Dalle prime informazioni, non sarebbero in pericolo di vita: 19 sono ricoverati in codice verde, 3 in codice giallo, 3 in codice rosso. Rinnovo la mia vicinanza, a nome di tutti i veneti, all'Arma dei Carabinieri, alla Polizia di Stato, ai Vigili del fuoco, che anche oggi - come ogni giorno - hanno messo a rischio la propria vita nel servizio alla comunità".
"Quanto accaduto a Castel d'Azzano, in provincia di Verona, ci lascia attoniti e il bilancio è straziante - dice Elly Schlein, segretaria nazionale del Pd - Marco Piffari, Davide Bernardello e Valerio Daprà erano tre servitori dello Stato, che hanno perso la vita mentre svolgevano il loro dovere: alle loro famiglie e all'Arma dei Carabinieri rivolgo il mio personale e profondo cordoglio e quello di tutto il Partito Democratico. A tutti i feriti rivolgiamo la nostra vicinanza e gli auguri di una pronta guarigione."