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Auto rubate, folle fuga e danni

Bloccato il ladro, ma c'è sensazione di insicurezza

Botte e stupri alla moglie, scappa ma lo arrestano lo stesso

Un’ondata di furti d’auto ha interessato negli ultimi giorni il Bassopolesine, tra Loreo, Porto Viro e Cavanella Po, con tre episodi ravvicinati che sembrano collegati tra loro.

Le indagini dei carabinieri sono in corso, ma la dinamica dei fatti fa pensare a una stessa mano, o comunque a una serie di azioni coordinate. Il primo episodio risale alla notte di giovedì scorso a Loreo, dove B.A. si è vista sottrarre la propria DR4. L’auto era parcheggiata nel cortile di casa, in una strada chiusa, con le chiavi lasciate nel tappetino. La donna ha immediatamente chiamato i carabinieri, e grazie alla collaborazione tra le stazioni di Adria, Loreo e Porto Viro, il veicolo è stato ritrovato nel giro di due ore nel parcheggio della piscina comunale di Porto Viro, apparentemente senza danni esterni. All’interno, però, la scena era insolita: bottiglie di alcol vuote, resti di cibo, cipolle e melograni mezzi mangiati.

Un episodio singolare, che pochi giorni dopo avrebbe trovato un inquietante seguito proprio a Porto Viro, dove nella serata di lunedì si è verificata una vera e propria notte di furti a catena. A Cavanella Po, nel cortile dell’abitazione di O.B., operatrice socio-sanitaria della Casa di Cura “Madonna della Salute”, è stata rubata una Fiat Punto. Il figlio, F.V., ha controllato le telecamere di un vicino, notando l’auto allontanarsi dalla corte senza poter identificare chi fosse al volante. Il veicolo è stato ritrovato martedì sera, abbandonato e danneggiato in mezzo alla strada retrostante la casa di cura a Porto Viro, senza benzina.

Ma mentre i carabinieri erano sul posto per i rilievi, un secondo colpo è avvenuto quasi in contemporanea: dal parcheggio dipendenti della casa di cura è scomparsa una Lancia Y, appartenente a L.L., anche lui dipendente della struttura, e utilizzata anche dal figlio S.L., entrambi autisti soccorritori a Porto Viro ma residenti a Cavarzere. “L’auto è partita sgommando, in retromarcia, divellendo le transenne di ferro che delimitano il parcheggio – racconta S.L. – se in quel momento fosse uscita un’ambulanza dalla camera calda, dove scarichiamo i pazienti, sarebbe potuto succedere un disastro”. Pochi istanti dopo, mentre F.V. era ancora sul posto con i carabinieri, ha visto sfrecciare la Lancia Y. Ne è nato un inseguimento ad alta velocità fino a Taglio di Po, dove i militari, dopo un contatto tra i veicoli, sono riusciti a bloccare e fermare il conducente, un uomo di origine straniera e di bassa statura, trovato con due zaini pieni di oggetti presumibilmente rubati.

La Lancia Y è rimasta gravemente danneggiata: “È da buttare – spiega S.L. – il motore è bruciato e nella fuga il ladro ha colpito marciapiedi e ostacoli”. Il fatto che la prima auto rubata, quella di Loreo, sia stata ritrovata a Porto Viro, e che pochi giorni dopo proprio in quella zona si siano verificati altri due colpi, fa sospettare un collegamento tra gli episodi, anche se al momento non vi è conferma ufficiale che si tratti dello stesso autore. Un elemento che non passa inosservato è che due delle tre auto rubate appartenevano a dipendenti della Casa di Cura Madonna della Salute, dove già nei mesi scorsi ignoti avevano spaccato i vetri di diverse vetture nel parcheggio dei lavoratori.

Per approfondire leggi anche:

Dai protagonisti dei furti arriva un appello unanime: “Chiediamo che le istituzioni potenzino la sorveglianza nell’area della casa di cura. È una zona delicata, frequentata da personale sanitario e ambulanze: serve più sicurezza per tutti”.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    15 Ottobre 2025 - 16:39

    sono quelli integrati perfettamente da una certa frangia politica

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