VOCE
CRONACA
15.10.2025 - 19:45
Nel 2024 2,2 milioni di famiglie italiane, pari a 5,7 milioni di persone, vivevano in condizioni di povertà assoluta, cioè senza le risorse necessarie per acquistare i beni e i servizi essenziali. Il dato, diffuso oggi dall’Istat, è stabile rispetto all’anno precedente ma evidenzia forti diseguaglianze tra italiani e stranieri, confermando che in Italia ricchezza e cittadinanza restano strettamente legate.
Stranieri e minori più vulnerabili
La povertà assoluta colpisce il 30,4% delle famiglie con almeno uno straniero e addirittura il 35,2% di quelle composte esclusivamente da stranieri. Tra le famiglie formate solo da italiani, l’incidenza scende al 6,2%.
Altissimo anche il numero dei minori in povertà: oltre 1,28 milioni di bambini e ragazzi, pari al 13,8% del totale, il valore più alto dal 2014. Il divario resta marcato tra Nord e Sud: Mezzogiorno 10,5%, Nord-Ovest 8,1%, Nord-Est 7,6%, mentre il Centro si conferma l’area meno colpita con il 6,5%.
Famiglie numerose e giovani in difficoltà
La povertà cresce con il numero dei componenti: 21,2% per le famiglie con cinque o più persone, 11,2% per quelle con quattro e 8,6% per quelle con tre. Tra le famiglie monogenitore, oltre una su dieci (11,8%) vive in povertà assoluta.
Anche l’età pesa: la povertà è più diffusa tra i nuclei con capofamiglia sotto i 54 anni (oltre il 10%), mentre si riduce al 6,7% tra gli over 65. L’Istat osserva una relazione inversa tra età e incidenza della povertà, dovuta anche alla minore capacità di risparmio delle famiglie giovani.
Istruzione come argine alla povertà
L’Istat conferma che più istruzione significa meno povertà. Se la persona di riferimento ha almeno un diploma, l’incidenza è solo del 4,2%. Sale però al 12,8% con il titolo di scuola media e raggiunge il 14,4% per chi ha solo la licenza elementare.
Il livello di istruzione resta dunque uno dei fattori decisivi per ridurre la povertà assoluta in Italia, insieme a politiche di sostegno alle famiglie giovani e numerose.
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