VOCE
QUESTURA
16.10.2025 - 18:16
Sono tre colombe dorate quelle che ora volano verso il cielo, dalla scalinata della Questura. Commossa, sentita ma soprattutto partecipata, la cerimonia che ieri mattina ha svelato la nuova scultura, proprio all’ingresso dell’edifico, dedicata ai tre agenti della polizia di Stato caduti in servizio. Tre vite spezzate troppo presto: quella di Umberto Barbierato, 23enne arrestato il 2 maggio 1945 dai partigiani jugoslavi, primo polesano infoibato e mai più ritrovato, di Ilaria Maria Leandri, della polizia stradale di Rovigo deceduta nel 1997 dopo essere stata travolta da un veicolo industriale mentre eseguiva i rilievi di un incidente tra le carreggiate della A13, e ancora, Samuele Donatoni, agente del Nocs travolto da una pallottola involontaria durante il tentativo di liberare l’imprenditore Giuseppe Soffiantini dalla banda di sequestratori sardi, 28 anni fa come oggi. Caso, seppur in prescrizione, che ancora è ferita aperta per la famiglia, presente alla commemorazione. Tante le autorità civili, militari e religiose presenti, tra queste il prefetto Franca Tancredi, il procuratore di Rovigo, Manuela Fasolato, il sindaco Valeria Cittadin, il presidente della provincia Enrico Ferrarese, gli onorevoli Piergiorgio Cortelazzo, Nadia Romeo e Bartolomeo Amidei, gli assessori regionali Valeria Mantovan, Cristiano Corazzari, la consigliera Laura Cestari e il direttore generale dell’Ulss 5, Pietro Girardi, insieme ai comandanti delle forze dell’ordine. A suggellare la mattinata, la doppia intitolazione di due sale del plesso, quella riunione al “martire delle foibe”, Barbierato, e quelle conferenze a Donatoni. Con l’arrivo del sottosegretario all’interno, Nicola Molteni e Vittorio Pisani, capo della polizia, gli onori alla bandiera e ai caduti con la deposizione della corona d’alloro. Il corteo ha poi svelato il gruppo scultoreo realizzata dall’artista veronese Alessandro Mutto. Sono tre le sagome in acciaio che ritraggono i tre agenti, materiale, ha spiegato l’autore: “Che rappresenta l’etereo, permettendo di farci riflettere il cielo e la luce, come le anime dei tre agenti. In bonzo, invece, metallo più terreno, un bambino che accompagna in volo le colombe rappresentanti la vita spesa per l’altro e gli altri. Gli “Eroi di Rovigo”, come è stata intitolata, è stata poi benedetta dal vescovo della diocesi di Adria-Rovigo, Pierantonio Pavanello e sulle note dell’inno di Mameli, cantato dagli alunni delle elementari Donatoni del capoluogo, il momento è proseguito all’interno della questura.
In sala conferenze, dopo i video dedicati a ciascuno dei commemorati, gli interventi delle autorità. In prima fila il questore Eugenio Vomiero, che visibilmente commosso ha esordito: “In questi mesi di una Rovigo interessata da episodi ai quali non era abituata, gli accoltellamenti, il tentato omicidio, lo stupro, episodi che hanno portato anche a un intensificarsi delle forze di polizia, questi sono segnali e testimonianze di legalità, servizio e dedizione alla divisa”. Sulla stessa linea l’intervento di Pisani: “Oggi ricordiamo tre caduti, tre vittime di momenti storici differenti, tre agenti della polizia di Stato caduti in servizio: Umberto rappresenta la dedizione alla divisa, anche davanti al pericolo di vita, Ilaria, l’imprevedibilità del nostro servizio e infine Samuele, la sensibilità operativa e il costante intervento per aiutare”. Anche Molteni ha ribadito: “E’ giusto che la polizia di Stato e le comunità locali ricordino per non dimenticare, ricordano per non vanificare azioni e comportamenti di questi valorosi poliziotti, ma anche per continuare a difendere i principi di legalità, sicurezza e democrazia”. Giustizia che riapre ferite aperte mai completamente chiuse, in particolare pe la famiglia Donatoni, presente insieme agli altri parenti delle vittime in questura. “Come sempre è un colpo al cuore ma mi fa piacere che venga ricordato. Ringrazio tutti La giustizia la sto ancora attendendo, non bastano certi eventi per lenire il dolore, sono sempre una madre che ha perso un figlio. La speranza rimane ma se non fosse per i genitori che vanno avanti, credo che si farebbe poco” ha concluso la mamma di Samuele, Lauretta (Tiziana) Negri.
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