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CRONACA

Birra avvelenata dai Pfas

Tracce rilevate nel 95% dei campioni analizzati negli Stati Uniti

Birra avvelenata dai Pfas

La birra, bevanda simbolo di convivialità e tradizione, torna al centro dell’attenzione per motivi preoccupanti. Una nuova ricerca dell’istituto RTI International ha rilevato la presenza di Pfas (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche) nel 95% delle birre analizzate in diverse regioni degli Stati Uniti.

Secondo Jennifer Hoponick Redmon, coordinatrice dello studio, “questi risultati dovrebbero spingerci a migliorare i sistemi di trattamento dell’acqua e a sviluppare politiche più efficaci per ridurre la presenza dei Pfas”.

Cosa sono i Pfas

I Pfas sono noti come “inquinanti eterni” per via del loro legame chimico estremamente stabile tra carbonio e fluoro, che li rende quasi indistruttibili. Utilizzati in rivestimenti antiaderenti, imballaggi alimentari e prodotti impermeabilizzanti, si accumulano nei tessuti biologici e possono impiegare anni per essere smaltiti.
La loro presenza è stata associata a problemi oncologici e disturbi del sistema immunitario.

Dall’acqua alla birra

Lo studio mostra che la contaminazione dell’acqua potabile si riflette direttamente nella birra prodotta localmente. I livelli più alti di Pfas sono stati registrati nelle birre provenienti dalla zona del fiume Cape Fear (North Carolina), area già nota per l’inquinamento da queste sostanze.

In diversi campioni, le concentrazioni di Pfos (acido perfluoroottansolfonico) e Pfoa (acido perfluoroottanoico) superavano i limiti fissati dall’Agenzia per la protezione ambientale statunitense (EPA).

Un rischio invisibile nei birrifici

Le birrerie artigianali e industriali utilizzano sistemi di filtrazione pensati per migliorare il sapore e il pH, non per eliminare sostanze chimiche come i Pfas. Se l’acqua locale è contaminata, anche la birra lo sarà.
Negli Stati Uniti, circa il 18% dei birrifici si trova in aree dove l’acqua potabile contiene Pfas: ciò significa che molti consumatori potrebbero assumerli inconsapevolmente.

Un problema più ampio

Al momento non esistono limiti ufficiali per i Pfas nelle bevande come la birra, anche se sono già regolamentati nell’acqua potabile. Gli esperti avvertono che i birrifici dovranno aggiornare i sistemi di filtrazione per rispettare le future normative.

Il fenomeno però non riguarda solo la birra: anche caffè, tè e bibite gassate, tutte a base d’acqua, possono essere soggette allo stesso rischio.

Lo studio, condotto su 23 tipi di birra, non permette di generalizzare a tutti i prodotti sul mercato, ma il segnale è chiaro: anche un gesto quotidiano come bere una birra può nascondere rischi invisibili.
La scoperta dei Pfas nella birra mette in luce l’urgenza di affrontare un problema ambientale globale, che tocca non solo l’acqua che beviamo, ma anche ciò che produciamo e consumiamo ogni giorno.

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