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Gas disperso, Adria prima in Veneto

Campagna di monitoraggio di Legambiente: sono 31 i punti di misurazione oltre la soglia

Gas disperso, Adria prima in Veneto

“Tra tutti gli impianti monitorati, ritorna la stazione di valvola ad Adria, in cui Legambiente ha rilevato il numero più elevato di sforamenti: 31 punti di misura oltre le 500 parti per milione su un totale di 241 misurazioni effettuate, relativamente ad alcune flange. Sebbene non sia l’unico sito con dispersioni oltre la soglia, quello di Adria rappresenta, tra tutti, l’impianto con il maggior numero di criticità. A Villadose, sempre in provincia di Rovigo, in un impianto di regolazione e misura sono stati analizzati tre elementi, un gruppo di flange e due sfiati per venting, rilevando in totale sette punti di misura con valori superiori a 500 parti per milione”.

E’ questo il risultato non certo confortante, delle misurazioni effettuate in Polesine da Legambiente nella sesta tappa, in Veneto, della campagna sulla dispersione di metano in atmosfera “C’è puzza di gas - Per il futuro del pianeta non tapparti il naso”, per denunciare i rischi legati all’estrazione e alla distribuzione di gas fossile in Italia, evidenziando le perdite e i rilasci di metano attraverso monitoraggi delle infrastrutture della filiera con l’uso di un “naso elettronico”. L’iniziativa punta a promuovere una maggiore trasparenza, controlli più severi, interventi su tutte le perdite e l’eliminazione dei costi in bolletta per le famiglie, considerando che secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, nel 2024 il 40% delle emissioni globali di metano legate al gas fossile avrebbe potuto essere evitato a costo netto zero, favorendo al tempo stesso la transizione verso fonti energetiche più sostenibili.

“In Veneto - rimarca l’associazione del cigno verde - dei 14.641 punti di misura validi monitorati da Legambiente in 14 infrastrutture a gas, otto impianti di regolazione e misura e sei stazioni di valvola nelle province di Rovigo, Vicenza, Padova e Venezia, ben 65 hanno fatto registrare concentrazioni di metano superiori a 500 parti per milione, ovvero il valore che secondo il regolamento europeo richiede alle imprese di intervenire per riparare e chiudere le dispersioni”. E’ questo il dato più rilevante che emerge dal monitoraggio effettuato dal 6 all’8 ottobre. In particolare, nei 14 impianti, sono stati 30 gli elementi su cui Legambiente ha posto la sua concentrazione, tra flange, valvole, tubature e sfiati. Di questi, 19 hanno mostrato concentrazioni medie che, in base alla classificazione impiegata nel settore industriale per garantire la sicurezza degli impianti, sono risultate basse, tre medie, Adria con Mirano e Campodarsego, che risultano infatti tra gli impianti con le concentrazioni di metano più significative, e otto irrilevanti.

Il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro rimarca: “Anche se numericamente limitate, queste perdite di gas fossile non devono essere sottovalutate: tante piccole perdite, sommate tra loro, equivalgono a una perdita enorme e non solo in termini di emissioni climalteranti: il gas disperso si traduce in uno spreco di una risorsa al centro delle politiche energetiche del Paese, costringendoci a importazioni di cui potremmo fare a meno, lungo tutta la filiera di trasporto e distribuzione, dal produttore al distributore e fino al consumatore che, inevitabilmente, vedrà aumentare la propria bolletta. Per questo è fondamentale mantenere alta l’attenzione”.

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