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TRIBUNALE DI ROVIGO

“Picchiata e stuprata in gravidanza”

Giovane rom a giudizio per gli abusi che avrebbe commesso nei confronti della convivente

Palpeggiamenti alla figlia: condannato a sei anni

Le accuse sono pesantissime. Maltrattamenti, violenza sessuale e minacce, ipotesi di reato formulate a carico di un giovane rom, per le condotte che - secondo contestazioni che dovranno essere vagliate, prima dal giudice per le udienze preliminari, quindi, eventualmente, nel corso di un dibattimento - avrebbe tenuto nei confronti della convivente, coetanea, durante la gravidanza.

La avrebbe, infatti, picchiata quasi quotidianamente, gettandola anche a terra e prendendola a calci, minacciandola di ucciderla e ripetendole che il figlio non era suo e che avrebbe ucciso anche i genitori di lei. Ci sono, poi, le presunte violenze sessuali, che avrebbero visto il giovane picchiare, ancora una volta, la ragazza, buttarla sul letto e stuprarla continuando a minacciarla.

Alla ragazza, poi, sarebbe stato impedito anche di uscire di casa, di usare il cellulare, di tenere contatti con la propria famiglia. C’è, pure, l’ipotesi di reato di minacce, che vede imputato non solo il giovane, ma anche la madre, di 37 anni, per un videomessaggio che avrebbero inviato alla presunta vittima, intimandole di ritirare le accuse che aveva formulato. Altrimenti, avrebbero detto, “avrebbe dovuto guardarsi le spalle”, “non avrebbe avuto pace” o “sarebbe finita sotto le ruote di una macchina”.

I fatti si sarebbero verificati, secondo la ricostruzione degli inquirenti, tra 2022 e 2023, nella Bassa Padovana, dove i due risiedevano. In tribunale a Rovigo si è tenuta la prima udienza preliminare sul caso, che ha visto la giovane costituirsi parte civile nel procedimento, assistita dall’avvocato Emer del foro di Bolzano. A difendere l’imputato, invece, l’avvocato Anna Osti del foro di Rovigo. Una volta accettata la costituzione di parte civile, il processo è stato aggiornato alla prossima udienza.

Nel corso dell’udienza preliminare, il giudice dovrà decidere se accogliere la richiesta della Procura e rinviare a giudizio l’imputato o se, al contrario, proscioglierlo dalle accuse. Se si concretizzerà la prima opzione, il giovane dovrà affrontare un processo dibattimentale, con testimoni e interventi delle parti. Nel caso, invece, il giudice opti per il proscioglimento, significherebbe che l’accusa non viene ritenuta sostenibile in giudizio da parte del giudice.

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