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Uccisa con 24 coltellate: lui viveva in Polesine

Gianluca Soncin è stato fermato a Milano per omicidio pluriaggravato da premeditazione e crudeltà

Uccisa con 24 coltellate: lui viveva in Polesine

Un passato in Polesine per l’uomo accusato dell’omicidio di Pamela Genini, 29enne uccisa a Milano.

Gianluca Soncin, 52enne originario di Biella, è accusato di aver ucciso con 24 coltellate la giovane donna, imprenditrice e modella. Lo stesso Soncin in passato aveva vissuto per diversi anni in Polesine, a Porto Viro. E sono diversi i cittadini bassopolesani che si ricordano di lui, ai tempi della scuola, quindi diversi anni fa. Soncin, nativo di Biella, aveva poi abitato in diverse città italiane, prima di trasferirsi a Milano: da Biella a Pordenone, a Cervia. E parecchi anni li ha trascorsi proprio a Porto Viro, dove ha frequentato la scuola media, mentre le superiori le ha frequentate ad Adria.

Ieri Soncin 52 anni è stato fermato per omicidio volontario pluriaggravato. Il particolare emerge dal provvedimento di fermo firmato dalla Procura di Milano. L’uomo è appunto accusato di aver ucciso la fidanzata, ed è descritto dagli investigatori come imprenditore facoltoso, con un tenore di vita scintillante e relazioni sociali di un certo prestigio. Un uomo che provvedeva a tutte le necessità della compagna, pagando conti, viaggi e regali. Un’indole aggressiva, anche se mai sfociata in atti di particolare gravità e una storia di stalking risalente a molti anni fa, conclusasi senza denunce, né conseguenze di alcun tipo. Nel curriculum anche qualche vecchio precedente di tipo tributario, risalente ad una quindicina di anni fa, legato alla sua attività lavorativa legata al commercio di auto.

La ricostruzione della vicenda racconta che con Pamela aveva una relazione da circa un anno e mezzo: per lui la ragazza si era trasferita a Cervia, poi l’atteggiamento possessivo di lui, nel tempo, aveva creato qualche tensione: lui aveva tentato di isolarla, allontanandola dalle sue amicizie e dai suoi legami per tenerla legata a lui, creando un rapporto di completa dipendenza economica e psicologica. E lei, che all’inizio della storia si era lasciata affascinare da quell'uomo così 'glamour', aveva cominciato a soffrire quella condizione, cercando conforto da un suo ex fidanzato, con cui era rimasta in ottimi rapporti e con il quale intratteneva lunghe chiacchierate.

Frequenti gli alti e bassi nella coppia, specie dopo che lei, per un periodo, era tornata a vivere dai genitori, a Bergamo, e lui aveva minacciato di morte lei e loro. La decisione di prendere in affitto l'appartamento di via Iglesias, a Milano, era stata inizialmente dovuta alla sua volontà di allontanarsi, ma alla fine si è rivelata fatale per lei, che proprio in quella casa ieri sera ha perso la vita. Dopo l’aggressione mortale, Soncin ha tentato di suicidarsi procurandosi dei tagli, senza tuttavia riportare ferite gravi. Di fronte al pm ha mantenuto un atteggiamento freddo e distaccato: all’inizio ha detto di non ricordare nulla, poi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le accuse per lui sono pesanti: omicidio pluriaggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi, legame affettivo e atti persecutori.

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