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elezioni regionali 2025

Zaia corre, “sarò un problema”

Tanti i polesani alla convention. Cestari prenota il ticket, Corazzari: “Con lui si fa il seggio”

Zaia corre, “sarò un problema”

Applausi a Matteo Salvini, applausi (più forti) ad Alberto Stefani. Ma il boato, la carica dei 2.500 leghisti del Gran Teatro Geox di Padova per il lancio della candidatura del 32enne deputato a presidente del Veneto, lo riserva a Zaia: “Lu-ca-lu-ca”, scandisce la platea. E lui, a modo suo, ringrazia: “Mi candido capolista in tutte le province” annuncia, e incassa un altro boato.

Zaia parla interamente a braccio e nel discorso (in cui pronuncia una volta la parola Polesine, citando la gestione dell’emergenza terremoto del 2012) ci infila una barzelletta il cui succo è: “Al presidente non si devono rompere le palle”. E dunque se “sono un problema - scandisce - cercherò di diventare un problema reale”. La strategia è chiara: fare il frontman in tutto il Veneto per portare al Carroccio quel boost di voti “personali” tale da ridurre il (presunto) gap con gli alleati-ma-non-troppo di Fdi, al punto da determinare rapporti di forza quanto più possibili paritari nella futura amministrazione regionale. A prescindere da quello che potrà essere il suo futuro ruolo: “Intanto bisogna essere eletti - taglia corto - quando sarò eletto mi porrò il problema”.

In platea, anche tanto Polesine. Al fianco di Zaia, “i componenti della mia meravigliosa squadra”, tra cui i ricandidati Cristiano Corazzari e Laura Cestari; subito dietro gli altri due candidati polesani Lorenzo Rizzato e Valentina Noce; e poi il segretario leghista Guglielmo Ferrarese, vicino al presidente della Provincia Enrico Ferrarese, ai sindaci di Roberto Pizzoli (Porto Tolle), Lucia Ghiotti (Salara) e Marco Rossi (Frassinelle), al presidente di Ecoambiente Pier Paolo Frigato, e poi l’assessore Michele Aretusini, e tanti altri militanti. In sala anche il sindaco di Rovigo Valeria Cittadin con un gruppo di esponenti della sua civica. Tra la folla spunta pure l’ex leghista Ivano Gibin: ma come, e il non expedit di Fdi, partito a cui è dato vicino? Pazienza. La curiosità per il passaggio di testimone è tanta.

E già i diretti interessati valutano le conseguenze della corsa zaiana al consiglio, che di fatto “occupa” la casella per la preferenza maschile sulla scheda. Gongola Laura Cestari, che poche ore dopo vara ufficialmente il suo ticket col governatore: “Un orgoglio per me essere al suo fianco”, dice la consigliere uscente. Risponde con un sorriso Cristiano Corazzari, secondo cui “meglio avere Zaia in lista e perdere qualche preferenza piuttosto che non averlo e veder sfumare il seggio per la Lega”, che incassa la battuta di Zaia: “Dopo Zaia scrivi Corazzari”, lo saluta il governatore uscendo dal Geox e parafrasando quello che sarà lo slogan della campagna elettorale. Ma chiaramente due voti al maschile non sono ammissibili.

Sullo sfondo resta un non detto: con Alberto Stefani diretto a Balbi, si libera il seggio “rodigino” a Montecitorio. E allora, Polesine di nuovo al voto (non oltre marzo) per le suppletive. Di certo (parola di Stefani) il candidato del centrodestra sarà un leghista. E se fosse... Luca Zaia?

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