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"Il santone abusava le pazienti"

Arriva la condanna

“Disabile veniva abusata” niente denuncia: assolto

Si spacciava per un santone con poteri curativi del corpo e della mente, ma, secondo le accuse, le sue “sedute terapeutiche” si sono rivelate episodi di violenza sessuale. Il tribunale ha condannato un 49enne originario del Pakistan e domiciliato nel Milanese, a sette anni di reclusione e al pagamento di un risarcimento di 30 mila euro a una delle due vittime, una 35enne di Piove di Sacco, che si è costituita parte civile assistita dall’avvocata Elisa Schiavon.

Secondo quanto ricostruito nel corso del processo, l’uomo riceveva le sue “pazienti” in una sorta di ambulatorio a Padova, dove proponeva trattamenti alternativi per problemi fisici e psicologici. Le indagini coordinate dal pm Marco Brusegan hanno accertato che gli incontri si trasformavano in abusi.

Il primo episodio secondo questa ricostruzione risale al 15 ottobre 2021, quando una donna padovana si era rivolta a lui per un presunto trattamento curativo. Dopo un breve colloquio, il santone l'avrebbe invitata a sdraiarsi sul lettino per iniziare la seduta. Approfittando della situazione, aveva iniziato a toccarla in varie parti del corpo, sostenendo che si trattasse di manovre terapeutiche. Secondo la ricostruzione dell’accusa, il 49enne l’aveva "costretta a subire abbracci e palpeggiamenti, toccandole seni e glutei e tentando di baciarla, in assenza di qualsiasi consenso".

Qualche settimana dopo, il 30 novembre 2021, il finto santone avrebbe ripetuto lo stesso copione con una seconda donna, la 35enne di Piove di Sacco. Anche in questo caso, l’uomo l’avrebbe convinta a sottoporsi a una “cura” a base di massaggi, durante i quali avrebbe compiuto "abbracci prolungati, accarezzamenti e palpeggiamenti su seno, collo, schiena e fondoschiena, arrivando a baciarla sul viso e sulla bocca e a compiere atti osceni davanti a lei".

Entrambe le vittime hanno denunciato i fatti, permettendo agli inquirenti di far luce sulla vicenda e portare l’uomo a processo. La sentenza, pronunciata nei giorni scorsi, ha riconosciuto la piena responsabilità dell'imputato per violenza sessuale aggravata e lo ha condannato non solo al carcere, ma anche al pagamento delle spese legali e processuali.

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