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veneto
17.10.2025 - 06:43
Quella che inizialmente sembrava una storia di solitudine e disperazione si è trasformata in un dramma familiare di proporzioni ancora più gravi. Dopo il ritrovamento, lo scorso 10 ottobre, del corpo senza vita di Maria Bovo, 77 anni, residente a Mirano (Venezia), le indagini e l’autopsia hanno portato alla scoperta di un secondo e terribile capitolo: ieri pomeriggio, vigili del fuoco e carabinieri hanno recuperato dal fondo del Sile, a Silea, i corpi dei due figli della donna, Rosita e Mauro Dal Corso, di 55 e 52 anni.
L’allarme era scattato nei giorni scorsi, dopo che la sorella della vittima, non riuscendo più a contattare Maria né i due nipoti, aveva sporto denuncia ai carabinieri. Quando le sono state mostrate le fotografie della donna ritrovata senza vita nel fiume, l’ha riconosciuta subito. "Mancano però anche i miei nipoti", aveva detto ai militari, facendo emergere il sospetto che la vicenda non fosse quella di un suicidio isolato.
A quel punto sono riprese le ricerche, coordinate dal sostituto procuratore Giorgio Gava della procura di Venezia. L’autopsia sul corpo di Maria Bovo aveva già fornito un elemento decisivo: nei polmoni non era presente acqua, segno che la 77enne non era morta per annegamento ma era deceduta altrove, prima di essere portata sul luogo del ritrovamento.
Ieri, intorno alle 15, un elicottero dei vigili del fuoco ha individuato un’auto sommersa nel Sile, di fronte al porticciolo vicino all’osteria Da Nea, a Silea. I sommozzatori hanno recuperato una Renault Captur bianca, intestata a Rosita Dal Corso. All’interno del veicolo, intrappolati con le cinture di sicurezza allacciate, c’erano i corpi dei due fratelli.
Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, il 9 ottobre i due figli avrebbero caricato in macchina la madre già priva di vita e raggiunto il porticciolo di Silea, da dove l’auto sarebbe stata lanciata nel fiume. L’impatto e la corrente avrebbero trascinato via il corpo della donna, che non aveva la cintura allacciata e indossava solo delle ciabatte, fino al tratto di fiume tra Roncade e Meolo, dove era stata ritrovata alcuni giorni dopo.
Sul posto, durante le operazioni di recupero, erano presenti anche i familiari, accompagnati dai carabinieri. "Non sappiamo perché siano venuti qui", hanno detto, visibilmente scossi, mentre la zona veniva transennata per consentire le operazioni.
Il pubblico ministero Giorgio Gava ha aperto un fascicolo senza indagati per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti e le ultime ore di vita della famiglia. Gli inquirenti non escludono l’ipotesi di un gesto estremo compiuto dai due fratelli dopo la morte della madre.
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