VOCE
elezioni regionali 2025
18.10.2025 - 05:00
"La sanità è uno dei punti chiave di ogni campagna elettorale, ad ogni livello istituzionale. Perché tocca ogni famiglia, oggi cittadino. Vorrei però proporre il focus su che tipo di sanità ci aspettiamo, pubblica o privata? Perché in questi anni la Regione Veneto è senza dubbio andata verso la seconda".
Così Nicola Zanca, candidato Pd alle regionali del prossimo 23-24 novembre. "La narrazione esterna della Regione, quindi anche del Polesine, è di un territorio in cui i servizi sanitari eccellono. Peccato che distinguendo il pubblico dal privato, accreditato o convenzionato, il depauperamento del pubblico è reale. Nel Polesine ne sono esempio gli ospedali di Rovigo, Adria, Trecenta. Senza contare che mancano i medici di Mmg (medici cosiddetti di base, ndr), pochi e con troppi assistiti (1556 per ciascuno, tra le ultime 3 Regioni d'Italia, dati Ministero Salute), vessati da questioni burocratiche quando sono presidio di sicurezza in quanto primo punto di contatto del paziente col Servizio sanitario nazionale".
Zanca ricorda che il Pnrr, alla Missione 6, favoriva l'attuazione della medicina territoriale, ossia di prossimità, con case di comunità (con Medici di Mmg, servizi integrai, punti prelievi etc) ogni 40/ 50 mila abitanti e di un ospedale di comunità (per degenze a bassa intensità) con 20 posti letto ogni 100mila. Il tutto con la parallela attivazione della telemedicina e della domiciliarità con l'infermiere di comunità. Vantaggi: non intasare i Pronto Soccorso, andare incontro alle esigenze di una popolazione sempre più anziana, con malattie croniche, che non può spostarsi ma ha diritto alla cura.
Zanca rileva come sfugga il dato su quante strutture siano state realizzate, quante sono operative - "non solo contenitori ma con personal"» - quanti i cantieri da avviare. "Nel contempo - rimarca - nascono poliambulatori privati che competono col pubblico per mancanza di lunghe liste d'attesa. E il cittadino rischia di confondere i concetti di tempo e prestazione".
Zanca chiude: "La medicina territoriale, che in Emilia Romagna funziona, è in linea col principio dell'accesso alle cure, che non può dipendere dalla disponibilità economica ed è conforme ai cambiamenti sociali e demografici in corso. E' l'unica strada nella prospettiva di attrarre giovani, lavoratori, imprese. Io non sono contro il privato - chiude - ma non sono per la sostituzione del pubblico col privato".
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