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POLITICA
18.10.2025 - 10:00
Il disegno di legge promosso dalla Lega sulla riscossione dei debiti sta per concludere il suo iter in commissione Giustizia al Senato. La maggioranza ha già approvato tutti gli emendamenti e manca solo il voto finale prima che il testo arrivi in Aula. Se l’iter parlamentare procederà senza intoppi, la nuova normativa potrebbe entrare in vigore tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027.
La proposta introduce un sistema che consentirebbe ai creditori di ottenere il pignoramento dei beni del debitore senza dover ricorrere a un giudice. In pratica, chi ha debiti di vario genere – come bollette non pagate, prestiti o conti insoluti – riceverebbe una comunicazione dall’avvocato del creditore. Se entro quaranta giorni non dovesse rispondere o contestare la richiesta, scatterebbe automaticamente il pignoramento dei suoi beni o dei conti correnti, senza alcun controllo preventivo da parte dello Stato o di un tribunale.
Secondo i sostenitori del provvedimento, l’obiettivo è semplificare una procedura oggi ritenuta troppo lunga e complessa. Attualmente, infatti, il creditore deve rivolgersi al giudice civile o di pace per ottenere un decreto ingiuntivo prima di poter procedere con l’esecuzione forzata. Con la riforma, questo passaggio verrebbe eliminato: sarà direttamente l’avvocato, su incarico del creditore, a inviare un’intimazione accompagnata dalle prove del debito. Trascorsi quaranta giorni senza opposizione, la misura diventerebbe esecutiva.
Il meccanismo si applicherebbe ai debiti di competenza del giudice di pace, cioè fino a un massimo di diecimila euro, escludendo i mutui bancari ma non i crediti finanziari. Ciò favorirebbe le società di recupero crediti e gli intermediari, lasciando però scoperti i debitori privati. La responsabilità per eventuali abusi ricadrebbe sull’avvocato del creditore, che potrebbe essere sanzionato dal proprio ordine o rispondere civilmente dei danni causati, ma non sarebbero previsti controlli pubblici.
Il testo ha già suscitato polemiche e preoccupazioni da parte delle associazioni dei consumatori, che temono possibili truffe e un aumento della vulnerabilità dei cittadini meno informati. Dopo il voto in commissione, il ddl dovrà essere approvato in Senato e poi alla Camera. Anche in caso di esito positivo, il ministero della Giustizia avrebbe sei mesi di tempo per emanare il decreto attuativo, rendendo probabile l’entrata in vigore del nuovo sistema non prima del 2027.
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