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veneto
20.10.2025 - 09:05
Un piccolo gesto di quotidianità che diventa simbolo di solidarietà e sostenibilità. Da un paio di settimane, al Bar da Giulia in via del Commissario 32, nel quartiere Crocifisso a Padova, è comparsa una lavagna con una scritta che ha subito attirato l’attenzione dei clienti: "Caffè a 50 cent se porti la tazzina da casa".
L’idea è di Lina Oldrati, che in questo periodo gestisce l’attività al posto della figlia Giulia, attualmente in maternità. "L’ho fatto per combattere lo spreco e per non lasciare che il caro caffè renda questo piacere un lusso per pochi", spiega Lina, che ha deciso di riprendere un’iniziativa già sperimentata in alcune caffetterie del Sud Italia.
L’iniziativa ha subito trovato consenso nel quartiere. "Le maestre della scuola primaria Quattro Martiri sono state tra le prime a partecipare – racconta la barista – e piano piano anche altri clienti hanno cominciato a portare la propria tazzina".
Dietro la proposta, ci sono anche ragioni ecologiche ed economiche. "Ridurre l’uso della lavastoviglie significa consumare meno acqua ed energia, ma anche abbassare i costi di gestione", spiega Oldrati. Negli ultimi due anni, il prezzo del caffè per i baristi è infatti raddoppiato: "Un chilo lo pagavo 17 euro, oggi costa 35, e il decaffeinato arriva a 45. È inevitabile ritoccare i prezzi: da 1,20 siamo passati a 1,40 euro, e presto dovremo salire a 1,50".
Il timore, però, è che l’aumento possa allontanare la clientela abituale. "Diverse persone non si sono più viste tutti i giorni – osserva Lina – ma il bar deve restare un luogo felice, un punto di incontro e socialità".
Il messaggio della barista è chiaro: mantenere viva la tradizione del caffè condiviso. "Qui si scambiano parole e sorrisi – racconta – e non voglio che qualcuno debba rinunciare per motivi economici". Tra i clienti più entusiasti c’è un papà che ha portato con sé un cestino di tazzine dipinte a mano, souvenir di viaggi, per offrirne una a ciascun amico.
Oltre al "caffè a 50 cent”, il locale ha introdotto anche il “caffè sospeso": chi ordina può pagarne due, lasciando un espresso già offerto per chi verrà dopo. Sul bancone, accanto alla cassa, c’è anche un barattolo con l’invito: "Se non ti servono lasciali, se ti servono prendili".
Un gesto semplice, che nel piccolo bar del Crocifisso è diventato un modo per unire sostenibilità, solidarietà e comunità, senza rinunciare al rito del caffè.
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