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L’allarme

La moda è al tappeto

Settore in forte difficoltà

La moda è al tappeto

“La moda italiana attraversa una fase ancora estremamente critica”. A dirlo, Confartigianato analizzando gli ultimi dati congiunturali: nei primi otto mesi del 2025 la produzione nel tessile abbigliamento e pelli scende del 6,6% rispetto a un anno fa, una caduta di oltre cinque punti più ampia rispetto alla media della manifattura italiana (-1,4%).

L’export diminuisce mentre cresce la concorrenza extra-Ue: le importazioni di tessile, abbigliamento e pelli aumentano del +3,4% nei primi otto mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, combinazione di una flessione del 2% dai paesi Ue e di un aumento dell’8,2% dai paesi extra Ue, con una crescita a doppia cifra, +11,8%, dell’import dalla Cina, che rappresenta circa un terzo delle importazioni extra Ue della Moda.

Confartigianato rimarca: “Il prezzo sociale della crisi è alto. Nel secondo trimestre 2025 si sono registrate 1.035 cessazioni di imprese del tessile abbigliamento e pelli, di cui 843 imprese artigiane: 11 imprese al giorno, di cui 9 sono artigiane. Oltre alla frenata dell’export negli Stati Uniti determinata dai dazi, le vendite del made in Italy della moda potrebbero risentire del dirottamento di prodotti cinesi precedentemente diretti negli Stati Uniti. L’Italia nel settore della moda, conta 461mila addetti, il primo paese nell’Ue a 27 davanti al Portogallo con 168mila addetti, alla Polonia con139 mila, alla Romania con 133 mila e alla Germania con 131mila”.

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