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tribunale di Rovigo

Le spacca il naso con un pugno

La condanna regge in Appello

Palpeggiamenti alla figlia: condannato a sei anni

In primo grado era arrivata una condanna a sei mesi di reclusione, con pena sospesa. In Appello, invece, la sentenza parla di una pena di quattro mesi, sempre con la sospensione condizionale. L’accusa, comunque, ha retto anche in secondo grado.

Al centro della vicenda, quanto sarebbe accaduto tra due compagni, 30enni, in Bassopolesine, nel 2024. Due le ipotesi di reato a carico di lui: lesioni e percosse. Secondo la ricostruzione accusatoria, infatti, in due circostanze la giovane donna sarebbe stata picchiata. In un caso, in particolare, un colpo vibrato al naso, un pugno, le avrebbe provocato una frattura, con prognosi di 30 giorni; in un’altra occasione, invece - sempre secondo la ricostruzione accusatoria - sarebbe stata colpita con pugni e scaraventata su un letto, senza, comunque, conseguenze tradotte poi in una prognosi quantificabile.

Questo il motivo per il quale il primo dei due episodi aveva portato a una ipotesi di lesioni personali, mentre il secondo a una di percosse.

In primo grado, in tribunale a Rovigo, dopo la discussione era arrivato un dispositivo di sentenza che riteneva l’imputato colpevole dei reati contestati, riconoscendo la continuazione tra gli episodi descritti dal capo d’imputazione. La condanna era stata di sei mesi, con sospensione condizionale della pena. Inoltre, era stata disposta una provvisionale, ossia un anticipo sul risarcimento complessivo, di 4mila euro, oltre al pagamento delle spese processuali, della parte civile, rappresentata dall’avvocato Anna Osti del foro di Rovigo.

Una volta lette le motivazioni della sentenza, la difesa, affidata all’avvocato Fabio Anselmo del foro di Ferrara ha deciso l’impugnazione, dando quindi origine al processo d’Appello. Ora, anche per questo è arrivata la sentenza. Il giudice non ha ritenuto che fosse percorribile la strada dell’estinzione del reato, pure alla luce del risarcimento versato; la vittima, costituita parte civile, da parte sua non ha mai voluto ritirare la querela. Quattro mesi la pena finale comminata dalla Corte d’Appello di Venezia.

Ora, resta da vedere se il procedimento si sposterà, per l’ultimo grado di giudizio, in Cassazione.

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In riferimento all’articolo, riceviamo la seguente precisazione dal parte dell’avvocato Fabio Anselmo: “Nell’articolo on-line non viene dato atto che, oltre alla sensibile riduzione di pena, anche la provvisionale è stata ridotta: nell’articolo si parla solo dei 4 mila euro sanciti in primo grado (e già versati dall’imputato), ma non si dice dell’avvenuta riduzione a 2.500,00 sancita dalla Corte d’appello. Segno evidente della riconosciuta tenuità dei fatti, in relazione ai quali l’imputato si professa innocente, e della esagerata pretesa economica della persona offesa che ha sottaciuto la pregressa frattura del setto nasale occorsole durante un partita di basket. Non trova giustificazione poi il fatto che nel post ‘Le rompe il naso a pugni’, l’asserito unico colpo contestato diventi al plurale ‘pugni’, dando così una connotazione ancor più grave, sensazionalistica ed assolutamente falsa, tanto da stimolare commenti beceri”.
La redazione, prendendo atto della precisazione del legale, ritiene comunque che l’articolo pubblicato ieri rispondesse ai criteri di continenza sostanziale relativamente ai fatti riportati e alla condanna comminata dalla Corte d’Appello al suo assistito. Nel ribadire la nostra più netta presa di distanze dai ogni tipo di commenti beceri divulgati a mezzo social, siamo però costretti a respingere ogni tipo di addebito sulla condotta, esecrabile, da parte degli utenti stessi.

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