VOCE
Ambiente
21.10.2025 - 20:17
Sono l’aria e gli alberi a far perdere terreno a Rovigo. Nella classifica Ecosistema Urbano, realizzata da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e IlSole24 re sulle performance ambientali delle città italiane, il capoluogo polesano scivola di una posizione rispetto a un anno fa, dal 76esimo al 77esimo posto, sotto Bari e sopra L’Aquila. Al di là della posizione, il punteggio in centesimi è 48, quindi non solo insufficiente, ma anche sotto il 5. Vero è che anche Trento, primo in classifica, non arriva all’8 fermandosi a 79,78%, ma va pur detto che in Veneto tutte fanno meglio: Treviso è 13esima col 67,1%, Belluno 15esima col 65,9%, Padova 39esima col 58,9%, Venezia 47esima col 57,1%, Vicenza 61esima col 53,4%. Solo Verona 73esima, non se la passa poi tanto meglio di Rovigo, col 49,4%. Un dato che si conferma nel tempo, perché se nel 2023 Rovigo era 71esima, nel 2022 era scivolata addirittura al 95esimo posto, nel 2021 87esima, nel 2020 78esima, nel 2019 77esima, nel 2018 88esima, nel 2017 64esima, nel 2016 60esima.
Eppure, nella classifica di quest’anno ci sono aspetti anche molto positivi, come il sesto posto a livello nazionale per la raccolta differenziata, arrivata all’85% dopo la rivoluzione della tariffa puntuale. In tutto sono solo 15 i capoluoghi oltre l’80%.
E ancor più lusinghiero è il quarto posto per quanto riguarda le isole pedonali, con 1,9 metri quadrati per abitante. Solo Lucca con 6,8, Venezia con 5,28 e Verbania con 2,16 fanno meglio.
Ma male, molto male, va sul fronte dell’inquinamento atmosferico. Nel gruppo di città con la qualità dell’aria bollata come “scarsa”. Non solo per il tristemente noto Pm10, 88esima posizione in Italia, con una media annuale di 30 microgrammi per metrocubo, superata solo da Palermo con 34, Verona con 33, Caserta e Padova con 32 e Catania e Cremona con 31, appaiata a Vicenza, Lodi, Venezia e Milano. Ma anche e soprattutto per il Pm2,5, le polveri ultrafini che se respirate possono raggiungere i bronchi e, si sospetta, entrare nel circolo sanguigno e poi nelle cellule con un impatto sanitario notevole. Rovigo è 85esima posizione, ma ci sono molti ex aequo e si tratta in realtà della penultima posizione in Italia con 23 microgrammi per metrocubo di media annuale, seconda solo ai 24 di Monza. E non va bene nemmeno per biossido di azoto e ozono.
C’è poi l’aspetto del verde. E, in particolare, la classifica per il numero di alberi in aree pubbliche per 100 abitanti, con Rovigo a quota 7, nel gruppo delle ultimissime in 92esima posizione, in peggioramento. E questo prima degli abbattimenti su larga scala, in particolare quelli a tripla cifra fra via De Polzer e via Nicolio. Un indice, a quanto pare, destinato a peggiorare ulteriormente. In realtà, nella classifica del verde, che rapporta le estensioni di aree verdi accessibili al numero dei residenti, con 26,1 metri quadrati per abitante, Rovigo è nella parte alta della classifica, 23esima. A quanto pare c’è proprio un problema con gli alberi che, invece, tanto più in questo momento storico, sono essenziali.
Male anche nella classifica dell’uso efficiente del suolo, che misura il trend di consumo di suolo in rapporto ai residenti e del livello di urbanizzazione per residenti: 99esima posizione. Invece è in 30esima posizione per il trend di consumo di suolo in valore assoluto. Non va bene nemmeno sul fonte del trasporto pubblico, 77esima posizione per l’offerta e 90esima posizione per il numero di passeggeri con 10,5 viaggi per abitante l’anno. Per tasso di motorizzazione Rovigo è 70esima, peggio per il solare pubblico, 75esima. E se le aree ztl per residente valgono la 44esima èiazza, le piste ciclabili con 12,5 metri per residente fanno arrivare alla 33esima. La dispersione della rete idrica del 34,5% è da 55esima posizione, mentre per consumi medi pro capite di acqua da 42esima. E sui rifiuti, se va bene la differenziata, va molto male per la quantità prodotta: 624,8 chili pro capite annui, 91esima posizione.
Sul tema arriva il commento del capogruppo di Rovigo si ama Federico Frigato: “La nostra città scende al 77esimo posto, perdendo un’altra posizione rispetto allo scorso anno. Mentre città come Mantova (78,74%) continuano a crescere e migliorare, Rovigo arretra: 48,10% è un punteggio che parla chiaro. Tra le peggiori città del Nord. Ma non poteva essere diversamente viste le scelte di questa giunta. Serve una visione nuova per la città, fatta di scelte concrete per il miglioramento delle performance ambientali: dalla qualità dell’aria alla mobilità sostenibile, dal verde urbano alla rigenerazione degli spazi, passando per una maggiore attenzione per quartieri e frazioni”.
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