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tribunale di rovigo

“Botte e minacce ai genitori”

Contestata anche l'estorsione: arriva la condanna a 3 anni e 8 mesi per il figlio

“Botte e minacce ai genitori”

Le ipotesi di reato erano pesanti: maltrattamenti ed estorsione. Contestate a un uomo di circa 60 anni, a carico degli anziani genitori; condotte che sarebbero proseguite tra l’altro, lungo un ampio arco di tempo, risalendo indietro negli anni.

Un incubo - chiaramente secondo la ricostruzione dell’accusa - per la madre e il padre, che però non hanno mai voluto denunciare il figlio e, tantomeno, hanno voluto costituirsi parte civile nel processo. Alla fine, però, la vicenda è emersa comunque e Procura e polizia giudiziaria hanno preso in mano gli accertamenti, ricostruendo quanto sarebbe avvenuto in quell’abitazione per un lungo lasso di tempo.

A carico dell’imputato, martedì scorso si è tenuta l’udienza preliminare, con la difesa, affidata all’avvocato Marco Cestonaro del foro di Rovigo, che ha chiesto e ottenuto di potere essere ammessa al rito abbreviato, che consente, in caso di condanna, di usufruire di uno sconto di un terzo della pena totale. Rito abbreviato inoltre condizionato a una consulenza psichiatrica a carico dell’imputato, per chiarire se le sue condizioni gli consentissero di intendere e di volere. Il responso è stato positivo.

Secondo quanto ricostruito, l’uomo, in profonda difficoltà, anche per dipendenze, avrebbe in varie occasioni preteso soldi dai genitori, alzando le mani contro di loro in caso di eventuali dinieghi. Più che abbastanza, secondo la Procura, per concretizzare i reati di maltrattamenti ed estorsione a carico delle due anziane vittime. Una volta chiarito che il processo si poteva celebrare, si è passati alla discussione, al termine della quale è stata pronunciata una sentenza di condanna a 3 anni e 8 mesi per l’imputato.

Ora, quest’ultimo, di concerto con la difesa, una volta lette le motivazioni della sentenza, ossia il ragionamento e le motivazioni del giudice che hanno condotto alla condanna, avrà facoltà di impugnare la sentenza. In questo caso, allora, sarà celebrato un processo di secondo grado di fronte alla Corte d’Appello di Venezia.

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