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22.10.2025 - 12:30
Evelina Sgarbi ha presentato una querela contro i medici e il personale del Policlinico Gemelli di Roma, dove il padre, Vittorio Sgarbi, è stato ricoverato per una grave forma di depressione. La giovane, assistita dal legale Lorenzo Iacobbi, accusa l’équipe sanitaria di aver ottenuto la firma di Sgarbi al momento del ricovero in circostanze poco chiare, quando, secondo lei, il critico non sarebbe stato in grado di intendere e di volere pienamente.
La vicenda si intreccia con la richiesta, già depositata al Tribunale di Roma, di nominare un amministratore di sostegno per la gestione dei beni del noto storico dell’arte. Evelina, 25 anni, sostiene che il padre non sia più in grado di tutelare i propri interessi, nonostante le rassicurazioni arrivate da lui stesso e dalla compagna Sabrina Colle.
L’avvocato Iacobbi parla di una “vicenda drammatica e inquietante” e annuncia l’intenzione di arrivare fino in fondo. La querela punta a chiarire chi abbia impedito a Evelina di ricevere informazioni sulle reali condizioni di salute del padre e chi possa aver materialmente contraffatto la firma sul modulo di ricovero.
Secondo quanto riferito da Barbara Hary, madre di Evelina, la ragazza si era recata immediatamente al Gemelli dopo aver saputo del ricovero. “Mi ha mandato una foto agghiacciante – ha raccontato Hary – Vittorio era irriconoscibile, pesava 47 chili, non parlava con nessuno, sembrava in stato comatoso”. Dopo quell’incontro, la giovane avrebbe cercato invano di ottenere aggiornamenti dalle strutture sanitarie, ricevendo come risposta che solo Sabrina Colle era autorizzata a essere informata sulle condizioni di Sgarbi.
Da quel momento è scattata la battaglia legale. Oltre alla denuncia contro ignoti per accertare eventuali irregolarità nella firma del ricovero, Evelina e sua madre hanno incaricato un avvocato per richiedere la tutela giudiziaria del patrimonio e della salute del critico d’arte. Sul caso, ora, si attendono gli sviluppi dell’inchiesta della magistratura.
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