VOCE
Demografia
22.10.2025 - 21:00
A luglio i residenti in provincia di Rovigo sono scesi a quota 227.081, perdendo appena 29 abitanti rispetto ai 227.052 del primo gennaio scorso. Già questo rallentamento è una notizia. Ma la notizia migliore è che ci sono timidi segnali di ripresa delle nascite. Certo, ancora numeri lontani da quelli del passato, anche recente, ma comunque un’inversione di tendenza. Doppia, visto che la “tenuta” dei residenti è dovuta, in parte, anche ad un rallentamento del calo delle nascite in terra polesana, mentre invece a livello nazionale e regionale, come emerge dall’ultimo aggiornamento demografico dell’Istat, al 31 luglio scorso, il calo della natalità è in netto aumento. In Italia nel 2024 sono venuti alla luce 369.944 bambini, in calo del 2,6% sull’anno precedente, quasi 10mila in meno, mentre nel 2025 le nascite sono circa 13mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 con un -6,3%. Un calo ancora maggiore nei primi sette mesi dell’anno per il Veneto, -6,4%, peggiore rispetto al calo registrato nel Nordest, -5,5%.
Invece, a Rovigo nei primi sette mesi del 2025 sono nati 624 bambini. In tutto il 2024, invece, ne sono nati 1.107, con un calo del -5,87% rispetto ai 1.176 del 2023. Considerando i nati da gennaio a giugno, quindi nel primo semestre, quest’anno il numero è pari a 531, quindi proiettando questo numero sull’intero anno, significherebbe un calo del -4,07% rispetto al 2024. Un rallentamento, quindi, della denatalità polesana, la cui portata ben si capisce andando indietro nel tempo: nel 2005 i nati erano stati 1.835, mentre nel 2009 si è registrato il picco massimo degli ultimi 25 anni con 2.017 nascite, scese poi a 2.000 nel 2010, a 1.844 nel 2011, e via a calare fino alle 1.172 del 2022, con il 2023 che ha fatto registrare, per la prima volta dal 2009, un numero di nascite superiore all’anno precedente. Poi, di nuovo la discesa. Ma, almeno secondo i primi dati provvisori del 2025, che sembra subire un rallentamento.
Sul perché del rallentamento bisogna ancora una volta andare a guardare la nazionalità dei genitori dei nuovi polesani: dei 1.107 nati, 558 maschi e 549 femmine, 118 maschi e 117 femmine, ovvero 235 bambini, pari al 21,2%, più di uno su cinque, non hanno nazionalità italiana pur essendo venuti alla luce qui. Se ci si volta indietro al 1999, dei 1.639 nati in quell’anno, gli stranieri erano appena 66, ovvero il 4%.
Una vulgata social vuole che le nascite dei bambini stranieri siano favorite dalle condizioni di “vantaggio” che sarebbero riservate agli stranieri a discapito degli italiani. In realtà sussidi e sostegni vengono concessi in base al reddito e alle situazioni di svantaggio, quindi se gli italiani ne vogliono di più, basta che diventino più poveri e che si facciano marginalità come lo sono gli stranieri, che come emerso dal Rapporto sull’immigrazione della Fondazione Leone Moressa I lavoratori stranieri producono 177 miliardi di valore aggiunto, dando un contributo al pil pari al 9%, con picchi del 18% in agricoltura, del 16,4% nelle costruzioni e del 12,5% in alberghi e ristoranti, inferiore di quello degli italiani di 5.600 euro, divario che aumenta a 8.150 euro l’anno rispetto a quelli medi dei polesani di nazionalità italiana, 15.740 euro rispetto a 23.890.
Tornando alla demografia, da notare come sia cambiata negli anni anche la composizione familiare: nel 2024 dei genitori erano 483 i padri celibi e 480 le madri nubili, gli sposati rispettivamente 603 e 602, mentre 19 e 22 i divorziati. Senza andare troppo indietro nel tempo, nel 2000 gli sposati erano 1.552 e 1557, mentre i padri celibi 170 e le madri nubili 154, e i divorziati rispettivamente 10 e 20. E, nel 2000 l’età media delle donne al parto era di 30,78 anni, nel 2024 di 32,39, che è la media fra i 33,04 delle italiane e dei 30,08 delle straniere. Così come il tasso di fecondità delle mamme polesane, altrimenti detto numero medio di figli per donna, è 1,18, media fra 1,11 delle italiane e 1,79 delle non italiane. Ma il numero medio di figli delle donne straniere residenti in provincia di Rovigo è comunque drasticamente calato nel tempo, basti pensare che vent’anni fa, nel 2005 era ben 4,01.
La Voce nuova | Direttore responsabile: Alberto Garbellini
Editrice Editoriale la Voce Soc. Coop. | Piazza Garibaldi, 17 - 45100 Rovigo Telefono 0425 200 282 - Fax 0425 422584 - email: redazione.ro@lavoce-nuova.it
Per la tua pubbicita' su questo sito: commerciale.ro@lavoce-nuova.it
Editrice: Editoriale La Voce Società Cooperativa. “La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo.” Redazione: piazza Garibaldi 17, 45100, Rovigo tel. 0425 200282 e:mail: redazione.ro@lavoce-nuova.it sito: www.lavocedirovigo.it
Pubblicità locale: Editoriale La Voce Soc. Coop. Divisione commerciale Piazza Garibaldi 17 - 45100 Rovigo - Tel. 0425 200282. Pubblicità Nazionale: MANZONI & C. S.p.A. Via Nervesa, 21 - 20139 Milano - Tel. 02 574941 www.manzoniadvertising.com Stampa: Tipre srl Luogo di stampa: via Canton Santo 5 Borsano di Busto Arsizio. POSTE ITALIANE S.P.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004, n.46) art. 1, comma 1, DCB (Ro). Testata registrata “La Voce Nuova” Registrazione del Tribunale di Rovigo n. 11/2000 del 09/08/2000.
Testata aderente all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria www.iap.it. Iscrizione al ROC n. 23289. Associata FILE