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veneto
22.10.2025 - 13:49
È tornato in servizio all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso l’operatore socio sanitario di 58 anni sospeso lo scorso giugno dopo le accuse di molestie nei confronti di alcune colleghe. Il reintegro, avvenuto ai primi di ottobre, è stato disposto dal giudice del lavoro Andrea Valerio Cambi, che ha accolto la richiesta dei legali dell’uomo per motivi di natura economica.
Secondo quanto emerso nel corso dell’udienza, la sospensione dal servizio e dalla retribuzione avrebbe potuto mettere in grave difficoltà il lavoratore, esponendolo al rischio di perdere la propria abitazione a causa dell’impossibilità di sostenere il mutuo ipotecario. Il magistrato ha quindi disposto in via cautelare il rientro temporaneo al lavoro, in attesa del giudizio di merito.
La vicenda era iniziata nel marzo scorso, quando tre operatrici del Suem 118 avevano denunciato comportamenti ritenuti “molesti e lesivi della dignità personale”. L’indagine interna condotta dall’Ulss 2 Marca Trevigiana aveva accertato episodi che, secondo la ricostruzione aziendale, avrebbero riguardato contatti fisici indesiderati, come abbracci e tentativi di bacio, oltre a messaggi a contenuto esplicito inviati tramite WhatsApp.
Al termine dell’istruttoria, la Direzione sanitaria aveva inflitto al 58enne la sospensione di sei mesi dal servizio e dallo stipendio, la sanzione disciplinare più severa prevista dal contratto collettivo di categoria. Il dipendente, difeso dagli avvocati Carlo Errico e Daniele Toffanin, aveva impugnato il provvedimento davanti al Tribunale del lavoro, chiedendone la sospensione per ragioni economiche.
Il giudice, accogliendo la richiesta, ha motivato la decisione sottolineando che “la privazione del reddito per un semestre esporrebbe il ricorrente al rischio concreto di risoluzione del mutuo e di pignoramento dell’immobile adibito a propria abitazione”.
La misura, tuttavia, ha valore temporaneo. Il Tribunale dovrà ora valutare nel merito se la sanzione adottata dall’azienda sanitaria sia proporzionata ai fatti contestati. Nel frattempo, il rientro al lavoro dell’uomo ha generato tensione all’interno del reparto. Alcune colleghe avrebbero già inviato lettere di protesta alla Direzione sanitaria, che sta esaminando l’ipotesi di un trasferimento per incompatibilità ambientale, misura che potrà essere adottata solo previa autorizzazione del giudice.
La vicenda ha suscitato dibattito all’interno dell’ospedale, diviso tra chi chiede maggiori garanzie per le operatrici che hanno denunciato e chi invita ad attendere la conclusione del procedimento giudiziario. In attesa della sentenza definitiva, la posizione del 58enne resta sospesa tra la tutela del reddito e le accuse ancora da valutare nel merito.
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