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L’INCONTRO

“Aspetto l’alba della Serenissima”

Presentato il nuovo libro di Ettore Beggiato

ROVIGO - 1797, anno cruciale per la Serenissima: tra chi lo vede come l’imprescindibile finale di una decadenza conclamata, spruzzata di qua e di là con un po’ di oro rococò solo per mascherare una nera Repubblica agé, c’è anche chi lo reputa l’inizio di un’invasione vera e propria, francesissima. Tra questi, si schiera apertamente anche il nuovo volume di Ettore Beggiato “1797: la Serenissima e l’occupazione napoleonica” (Editrice Veneta) presentato mercoledì sera nella sede dell’associazione culturale Minelliana, al chiostro degli Olivetani nel complesso di San Bortolo.

Dopo i saluti dell’assessore al bilancio Giuliana Bregolin, l’autore ha illustrato i motivi della scrittura del libro, tra un dialogo conviviale in cui il dialetto era ben accetto: “Non sono storico ma appassionato di storia veneta, consultando documenti su documenti, facendo una ricerca sopraffina, ho realizzato un volume che non racconta solo i fatti documentati ma inquadra anche un punto di vista spesso, troppo spesso, escluso dai libri di scuola: quello delle persone”. Le pagine infatti, 336 con 16 illustrazioni a colori, riprendono lacerti di diari, cronache semplici di un popolo fatto di contadini, osti, preti, contesse, un ciabattino di Valdagno perfino del polesano Vincenzo Boraso. E se Napoleone fu una personalità divisiva, ha senz’altro avuto oneri e onori, maldicenze e captatio benevolenzie.

A lui il merito dell’istituzione delle provincie e prefetture, dei decreti sanitari, delle scoperte archeologiche, ma anche delle devastazioni, specie nel nostro Paese. Su questo Beggiato non ha dubbi: “Questo libro ha una lettura di parte. Non troverete nulla a favore di Napoleone”. E alla domanda sulla fine della Repubblica: “Mi piace chiamarlo tramonto più che fine, perché una nuova alba rimane sempre”.

Ma. Tr.

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