VOCE
La seduta
23.10.2025 - 21:13
Con la tregua tra Israele e Palestina faticosamente raggiunta, anche il consiglio comunale di Rovigo è riuscito a trovare una quadra tra maggioranza e opposizione sulla ormai famosa mozione per il riconoscimento dello Stato palestinese. Un atto più simbolico che altro, tuttavia, il percorso per arrivare ad un testo condiviso da entrambi gli schieramenti è stato così tortuoso da rappresentare l’emblema della divisività del tema. Infatti, nonostante i rinvii del provvedimento, le riunioni tra i capigruppo, le precedenti discussioni, l’aula è arrivata ad un accordo solo al fotofinish, durante la seduta di ieri a palazzo Nodari. Seduta che, su richiesta del capogruppo di Forza Italia Paolo Avezzù in accordo con tutte le forze presenti, anche di opposizione, si è aperta con un minuto di silenzio in memoria dell’ex consigliere comunale Lucio Giomo, scomparso il 16 ottobre.
Poi la richiesta di inversione dei punti all’ordine del giorno per partire proprio dalla mozione dedicata alla Palestina, inserita inizialmente all’undicesimo e penultimo punto. Presentata dal consigliere di Civica per Rovigo Enrica Crivellaro: “Sappiamo che la prospettiva ‘due popoli due Stati’ è l’unica via per una pace giusta, perciò chiediamo a tutti di sottoscrivere la mozione come ha fatto già il consiglio comunale di Rosolina”, alla quale ha fatto eco il capogruppo del Pd Diego Crivellari che sul tema aveva presentato un’analoga mozione respinta dalla maggioranza: “L’invito che rivolgo al consiglio comunale è di, finalmente, provare a raggiungere un’espressione unitaria su un tema così importante: diamo un segnale di pace”, la mozione è stata inizialmente contestata dalla maggioranza: “La causa dei palestinesi è legittima come è legittimo pensare a due Stati che possano vivere fianco a fianco – ha esordito il consigliere FdI Marco Venuto - Ma sono obbligato a votare contro perché non si può riconoscere politicamente lo Stato di Palestina finché quello Stato è rappresentato da Hamas”, “abbiamo fatto una riunione tra capigruppo per una mozione condivisa – ha aggiunto il capogruppo della Lega Riccardo Ruggero – ma non si è voluto dare apertura alle nostre modifiche e quindi non possiamo che votare contrari”, con il consigliere Roberto Tovo di Civica per Rovigo che replicato: “Se il punto di partenza è solo la posizione del governo italiano, ritenuta l’unica posizione comprensibile e ragionevole, è evidente che facciamo fatica a trovare un punto di incontro” ma al quale ha fatto seguito il capogruppo di Noi per Rovigo Antonio Rossini: “Non capisco perché in capigruppo c’è stato un no netto all’apertura di esplicitare l’esclusione di Hamas. Allora non mi sento di votare né a favore né contro. Esco dall’aula”. La tregua è arrivata solo con l’intervento del capogruppo di Rovigo si ama Federico Frigato: “La proposta che faccio è che nelle premesse non ci deve essere il riconoscimento del terrorismo. Se inseriamo questa precisazione, ritenete che la mozione si possa votare?”. A quel punto, la capogruppo di Civica per Rovigo Elena Biasin ha chiesto una sospensione dei lavori per un ultimo tentativo di arrivare ad un accordo. Sospensione che da 10 minuti iniziali si è protratta per 40 minuti effettivi ma, alla fine, ha messo d’accordo quasi tutti: 25 i voti favorevoli, nessun contrario ed un astenuto, il capogruppo di Cambia Rovigo Ezio Conchi che ha motivato: “Non è una decisione che prendiamo a bocce ferme ma più sulla scia di fatti emotivi e poi non si tiene conto che il riconoscimento della Palestina è condizionato al riconoscimento che la Palestina deve fare di Israele” mentre il consigliere FdI Nello Piscopo è uscito dall’aula al momento del voto chiarendo: “Non partecipo al voto perché ritengo questo documento fortemente strumentale e poco attendibile ma, soprattutto, non guarda la realtà che è ben diversa: non possiamo non prendere atto che Hamas c’è e non è malvisto dalla popolazione palestinese”.
Superata la mozione, di fronte ad un ordine del giorno privo di particolari guizzi tra prese d’atto e riconoscimenti di debiti fuori bilancio, tutti passati per lo più all’unanimità, la seduta si è accesa solo con le interrogazioni e le interpellanze. Perché è in questa fase che sono stati toccati i tempi più “caldi”, primo dei quali i contrasti all’interno del cda di Ecoambiente scaturiti da una lettera che il presidente Pier Paolo Frigato ha inviato a tutti i sindaci soci nella quale si formulavano precise accuse contro l’operato dell’amministratore delegato Alberto Patergnani. Sul punto il sindaco Valeria Cittadin è intervenuta con parole al vetriolo, mentre tra il pubblico era presente lo stesso Frigato. “Non mi voglio nascondere dietro una foglia di fico - ha detto Cittadin - come centrodestra non abbiamo fatto una bella figura. Lo dico a chi ha fatto partire questa cosa: se ne poteva parlare all’interno delle stanze di Ecoambiente. Penso sia stato sbagliato farla partire, non ne ho capito le motivazioni, al di là di motivazioni personali che hanno messo in discussione e creato problemi alla nostra coalizione e quindi mi auguro che questa discussione possa rientrare all’interno del cda”. E poi il nodo, sollevato da Frigato, della costituzione dell’Ats, con le due ipotesi di società consortile come caldeggiato dalla maggioranza dei sindaci o azienda speciale come ipotizzato da Cittadin. Ed è stata proprio il sindaco a chiarire: “In sede di riunione tecnica ho solo fatto una considerazione che non era presa di posizione, perché nulla è stato ancora deciso. E la considerazione è questa: una volta assicurato ai dipendenti che il regime contrattuale sarà garantito, trovo fazioso e fuori luogo far dipendere la scelta di un ente dal contratto del personale. Non può essere il contratto del personale, che ribadisco, va garantito assolutamente, a condizionare in maniera così importante la scelta di una azienda che dovrebbe dare risposte veloci efficienti ed efficaci al territorio”.
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