“Nuovo Veneto, nuova sanità”

“Dopo trent’anni di governo di centro destra, ora si volta pagina: sta nascendo il nuovo Veneto”. E le radici per farlo affondano nella sanità, tema scottante, specie per l’Alto Polesine al centro delle dinamiche legate all’ospedale San Luca di Trecenta. Ne è certo il candidato presidente Giovanni Manildo, venerdì sera presente nella sala della Pescheria a Lendinara, per il convegno sui temi sanitari promosso da Stefano Borile, in corsa per il consiglio regionale sotto lo stendardo dem.

“La sanità pubblica è la stella polare a cui dobbiamo mirare sempre. Non è possibile che le liste di attesa si accorcino solo perché le persone sono quasi costrette a rinunciare nel farsi curare o decidono di andare in strutture private”, ha ribattuto al tavolo Manildo, aggiungendo: “Dobbiamo fare una politica molto seria sul personale: dai medici agli operatori sanitari e infermieri. Abbiamo molte strutture che soffrono anche qui nel nel Polesine per mancanza di operatori. La Regione deve tornare con una programmazione seria di inserimento professionale in grado di far andare avanti la macchina delle strutture di cura pubbliche”. D’accordo su questa linea il vasto parterre presente, a cominciare dalla deputata Nadia Romeo, in prima fila con gli altri aspiranti a Palazzo Balbi, Emanuela Pizzardo e Angelo Zanellato. Tra i presenti anche Arabella Brognara e Sandro Vidali, delle liste civiche a supporto del candidato presidente Pd.

Per Borile non ci sono dubbi: “La sanità in Polesine sembra sia stata dimenticata, specie nell’Alto. Siamo una popolazione di circa 210mila abitanti e ci troviamo in grande disparità. Un ospedale realizzato dopo la chiusura di ben quattro, dei quali anche quello di Lendinara, che mese dopo mese chiude reparti. Siamo stati privati di un ospedale e il pronto soccorso nel fine settimana non è praticamente attivo. E’ una situazione sulla quale la Regione deve mettere mano assolutamente” .

Prossimità e servizi, dunque, i moniti per un programma fatto di coerenza e vicinanza a chi vive nei piccoli centri. “In questa zona - aggiunge - siamo in 70mila utenti. I territori del medio Polesine e del Delta sono molto serviti, l’Alto è abbandonato con un ospedale che in pratica sta chiudendo”. Come se non bastasse, la situazione si aggrava anche per la denatalità insidiosa e per una popolazoine sempre più anziana, come ha ribadito il candidato presidente: “E’ un problema sentito qui ma anche in tutto il Veneto”.

E alla domanda sugli obiettivi da realizzare, risponde: “E’ fondamentale il tema della medicina di prossimità, dai medici di medicina generale, che sono il primo avamposto, alla cura primaria che deve anche rispondere alle prime esigenze dei cittadini. Sentiamo sempre parlare di sanità di eccellenza ma in quella alla base, quella della quotidianità, c’è ancora molto, molto da lavorare”.

E le stime parlano chiaro, ha annotato Borile, nel 2050 ci saranno tre anziani ogni under 14. La ricetta dem? Ridurre le attese nelle rsa, creare nuovi posti letto, garantire forme di cohousing e anche sostenere anche, da una parte il terzo settore che aiuta nell’erogazione dei servizi, “dall’altra - ha concluso il candidato presidente - l’approvazione della legge sul carregiver”.