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veneto
25.10.2025 - 19:35
A partire dal 30 ottobre sarà disponibile in Italia il primo vaccino ricombinante contro il virus Chikungunya, l’infezione veicolata dalla zanzara tigre. Il vaccino, a base di Vlp (virus-like particles), è progettato per stimolare una risposta anticorpale protettiva senza causare la malattia, ed è già autorizzato negli Stati Uniti, nell’Unione europea e nel Regno Unito. L’approvazione italiana da parte dell’Agenzia del farmaco (Aifa) risale a maggio scorso.
L’annuncio è stato diffuso durante il simposio “Chikungunya: scenari futuri e strategie di prevenzione e controllo”, tenutosi a Bologna nell’ambito del 58° Congresso nazionale della Siti, la Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica. Gli studi clinici hanno evidenziato una robusta sierorisposta già 21 giorni dopo la vaccinazione, con immunità protettiva che inizia a svilupparsi entro la prima settimana, e un profilo di sicurezza favorevole. Il vaccino, indicato per soggetti dai 12 anni in su, contiene proteine che imitano il virus, permettendo di proteggere un’ampia gamma di persone, compresi i viaggiatori diretti in aree a rischio, e di contenere la diffusione dei casi autoctoni nel Paese.
Quest’anno l’Italia ha registrato un significativo aumento dei casi: al 7 ottobre erano 398 le infezioni diagnosticate da Chikungunya, con focolai in Emilia Romagna, a Carpi, e in Veneto a fronte dei 17 del 2024. A livello europeo, secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), dall’inizio del 2025 fino ad agosto sono stati segnalati circa 317mila casi e 135 decessi correlati in 16 Paesi, numeri che potrebbero essere sottostimati per la complessità diagnostica e la sorveglianza non uniforme.
I sintomi della malattia, che includono febbre, eruzione cutanea, affaticamento, mal di testa e dolori articolari spesso intensi e persistenti, si sovrappongono a quelli di altre infezioni trasmesse da zanzare, come Dengue e Zika, complicando la diagnosi. In oltre il 40% dei casi gli effetti possono diventare cronici. La diffusione del virus è favorita dai cambiamenti climatici, che hanno esteso la presenza della zanzara tigre in nuove aree e per periodi più lunghi.
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