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ECONOMIA

Giovani al lavoro, ma solo a tempo

In forte sofferenza l’Alto Polesine. La Cna: “Calano settori strategici. Serve sostegno”

Senza lavoro il 28% dei giovani

In forte sofferenza l’Alto Polesine. La Cna: “Calano settori strategici. Serve sostegno”

Assunzioni giovanili: 5.910 i nuovi contratti registrati nel primo semestre di quest’anno, con un leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2024 ma comunque in positivo di 465 unità (visti i 5.445 contratti cessati). Ma solo nel 6,1% dei casi (anche questo dato è in calo) si parla di rapporti di lavoro a tempo indeterminato: sale al 72,3% la quota dei contratti a tempo determinato, a cui si aggiunge un 11% di lavoro somministrato e un 10,7% di apprendistati. E’ la fotografia del mercato del lavoro giovanile fatta dalla Cna di Padova e Rovigo nella nostra provincia.

Da cui emerge, comunque, una grande differenza a livello territoriale: con il Basso Polesine che guida la corsa al lavoro giovanile, l’area di Rovigo sostanzialmente stabile e l’Alto Polesine che arranca. Nel dettaglio: da Adria al mare nei primi sei mesi dell’anno si sono registrate 2.230 assunzioni (valore stabile rispetto al 2024) e 1.665 cessazioni, con un tasso di sviluppo calcolato dalla Cna del 67%; a Rovigo 2.235 nuovi contratti a fronte di 2.210 cessazioni, con tasso di sviluppo dell’1,8%; mentre nell’Alto Polesine le cessazioni (1.570) aumentano del 35% rispetto al 2024 e superano le assunzioni (1.445), con un tasso di sviluppo negativo del 16,9%.

A livello settoriale, è l’agricoltura il primo mercato per i giovani con 1.570 nuovi contratti, il 26,1% del totale. Segue il commercio con 1.475 assunzioni (il 22,5%), quindi il manifatturiero con 650 (11,7%, di cui 260 contratti nel metalmeccanico). Da segnalare anche i 400 contratti nel settore dei servizi alla persona e i 350 nel settore delle costruzioni, entrambi in crescita del 6% circa. Ad arretrare, rispetto al 2024, è invece il terziario avanzato, che si attesta appena a 115 nuovi contratti (il 2,8%), un terzo in meno rispetto a un anno fa.

Luca Montagnin, presidente della Cna di Padova e Rovigo, spiega: “A Rovigo l’occupazione giovanile tiene ma i dati indicano la necessità di un intervento concreto per il rilancio del territorio. Le istituzioni intervengano con celerità ed efficacia per evitare la desertificazione del territorio”.

“La provincia - approfondisce il discorso Montagnin - continua a soffrire sebbene il saldo dei giovani occupati sia ancora positivo per poco meno di 500 unità. Di certo è che il calo drastico di settori strategici come il terziario avanzato e la meccanica non sono segnali molto confortanti. Per questo crediamo fortemente che ci voglia l’impegno delle istituzioni per favorire l'insediamento di imprese, anche e soprattutto artigiane, che garantiscano occupazione più stabile e la ripresa di un territorio che tiene coraggiosamente sul piano dell’occupazione giovanile ma che, è inutile nasconderlo, sta soffrendo. Sostegni e politiche a favore dell’insediamento di nuove imprese, supporto ai giovani che vogliono mettersi in proprio e un aiuto concreto per garantire un passaggio generazionale non scontato nelle imprese esistenti, devono essere messi in campo in fretta e con efficacia. Altrimenti il rischio di perdita di competenze e la desertificazione economica del territorio non potranno che diventare un problema concreto”.

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