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REAZIONI

Tra gli sfidanti, subito scintille

Giovanni Manildo e Alberto Stefani al primo confronto

Tra gli sfidanti, subito scintille

Giovanni Manildo va subito all’attacco. Il candidato di centrosinistra, ieri, ha commentato il deposito ufficiale delle liste dicendo: “Abbiamo costruito una squadra forte, competente e plurale, che rappresenta al meglio la società veneta. E’ la coalizione più ampia di queste elezioni e la più grande mai messa in campo dal centrosinistra in Veneto. Un’alleanza costruita con pazienza e visione, non per spartire potere ma per condividere un’idea di cambiamento. Il nostro percorso è iniziato oltre un anno fa, ed è cresciuto nel segno dell’ascolto, del confronto e della partecipazione. Non nei palazzi romani della politica nazionale ma attraverso le ‘primarie delle idee’, coinvolgendo cittadini e associazioni, costruendo insieme il programma e le priorità di governo”.

La polemica, ovviamente, è tutta con il centrodestra, che - secondo il candidato di centrosinistra - “si è presentato in ritardo, e ora chiude le liste tra fughe, cambi di casacca, esclusioni eccellenti, mal di pancia. E lo si vede benissimo nella parabola della Lega: l’autonomismo veneto delle origini è fuggito altrove, sostituito da candidati vicini all’estremismo nazionalista di Vannacci e di un Salvini sempre più a destra”.

Polemiche da cui sta lontanissimo, invece, il candidato di centrodestra Alberto Stefani, che ieri era a Bassano del Grappa, per un appuntamento elettorale, affiancato dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. “So che qualcuno è rimasto sorpreso nel leggere il nostro programma - le parole di Alberto Stefani - ma chi ha fatto il sindaco e l’amministratore come me sa benissimo che il sociale e la sanità vanno sempre al primo posto”.

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