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Mercato immobiliare

Cresce la fame di casa, su i prezzi

Aumenta del 34,4% la domanda di abitazioni da acquistare, diminuisce invece la richiesta di affitti

Cresce la fame di casa, su i prezzi

Aumenta del 34,4% la domanda di abitazioni da acquistare, diminuisce invece la richiesta di affitti

Cala la disponibilità di case sul mercato mentre aumenta la domanda e, inevitabilmente, crescono anche i prezzi tornando a livelli che non si vedevano dall’aprile 2019. Ma Rovigo si conferma comunque la provincia più a buon mercato del Veneto per chi vuole investire nel mattone e, sostanzialmente, continua ad attestarsi su valori che, a livello regionale, si trovano solo in Molise, con un prezzo medio a metro quadro a settembre pari a 1.088 al metro quadro, con un aumento del 4,92% rispetto a settembre 2024, quando il prezzo medio era pari a 1.037 euro. Si tratta del valore più alto degli ultimi due anni, con il il prezzo più basso che è stato toccato nel marzo 2024, 1.010 al metro quadro.

Secondo l’analisi dell’Osservatorio trimestrale del mercato residenziale veneto di Immobiliare.it, nel terzo trimestre dell’anno in Veneto sono in crescita crescono sia prezzi di vendita che i canoni di affitto: “Rispetto agli stessi 3 mesi del 2024, i primi hanno fatto segnare un +6%, mentre i secondi un +5,6%. Attualmente, per comprare casa in regione servono mediamente 2.128 euro al metro quadro, mentre per affittarla bisogna mettere a budget poco più di 12 euro al metro quadro. N terzo trimestre dell’anno non si evidenziano cali dei prezzi delle case in vendita rispetto allo stesso periodo del 2024. L’incremento più corposo è quello del Comune di Belluno (+13,7%). Venezia è il Comune più caro in regione per comprare casa con 3.319 euro al metro quadro (+2,4% negli ultimi 12 mesi), ma non è in assoluto il territorio più costoso del Veneto: lo supera, seppur di poco, la Provincia di Belluno, con 3.351 euro al metro quadro. Per quanto riguarda gli affitti, la Provincia di Venezia è più onerosa rispetto al rispettivo Comune (16,5 vs. 15,6 euro al metro quadro), ma anche in questo caso la Provincia di Belluno è irraggiungibile, con 24,2 euro al metro quadro. Se la Provincia di Belluno è l’area più cara per acquistare casa in regione, quella di Rovigo è la più economica”.

Tuttavia, lo studio non si limita ai prezzi, ma anche alle variazioni di domanda e offerta. Secondo i dati di Immobiliare.it, a Rovigo città l’offerta è calata del -3,5% rispetto al trimestre precedente, mentre del -2,2% rispetto a un anno fa. Il dato del resto della provincia senza capoluogo è tutto sommato analogo, con un calo trimestre su trimestre del -2,9% e rispetto a un anno fa del -2,5%. Per quanto riguarda, invece, la richiesta, a Rovigo città è aumentata dell’11,6% rispetto al trimestre precedente, mentre rispetto ad un anno fa addirittura del 34,4%. In questo caso, la pressione sul resto della provincia senza capoluogo è decisamente minore, con un incremento trimestre su trimestre del 7,8% mentre invece rispetto a un anno fa del 10,1%. Per questo è diversa anche la dinamica dei prezzi: nel Comune di Rovigo la quotazione medio si attesta sui 1.199 euro al metro quadro, in crescita del 3,5% rispetto a giugno ma di ben il 5,9% rispetto a settembre 2024. Nel resto del Polesine, con l’esclusione de capoluogo, si viaggia su 1.052 euro al metro quadro di media, con una crescita del 2% rispetto a giugno e del 4,5% rispetto a settembre 2024.

“Anche la pressione di domanda – sottolinea Immobiliare.it -rispecchia il trend regionale nella totalità dei territori, con incrementi diffusi senza alcuna eccezione. I più sostanziosi sono quelli del Comune di Belluno (+39,3%) e del Comune di Rovigo (+34,4%). A livello di offerta, i decumuli di stock superano di gran lunga gli accumuli, ma ci sono alcuni scostamenti: la disponibilità aumenta infatti sia nel Comune che in Provincia di Verona (+2,3% e +1,2% rispettivamente), così come nel Comune di Belluno (+8,4%). Stabile, infine, la Provincia di Venezia (+0,1%)”.

Leggermente diversa la prospettiva se si guarda al mercato delle locazioni. In aumento, infatti, l’offerta di appartamenti in affitto nel Comune capoluogo, con un +1,3% rispetto ai tre mesi precedenti, ma addirittura del 61,7% se si volge lo sguardo indietro di un anno. A prima vista un segnale positivo per chi una casa in affitto la cerca, ma l’altra faccia della medaglia sembra offrire l’immagine sconfortante di una città che perde ancora residenti. O, forse, è solo l’effetto della “bolla” degli affitti in città che spinge a cercare casa fuori Rovigo. Perché lo stock di abitazioni in affitto fuori dal capoluogo fa registrare, invece, un trend opposto: il numero di offerte si è ridotto del -18,6% rispetto a giugno e del -13,5% rispetto a un anno fa. In effetti guardando alle richieste di affitti, se negli ultimi tre mesi a Rovigo città c’è stato un aumento significativo, +18,5%, rispetto a un anno fa il calo è significativo, -13,1%, mentre la dinamica nel resto della provincia fa registrare un +19% su giugno ed un calo più contenuto, -9,8%, rispetto ad un anno fa.

E sul fonte dei canoni di locazione? In aumento, sia nel capoluogo che nel resto della provincia. A Rovigo il valore medio è di 8,8 euro al metro quadro, in crescita del 3,1% su giugno e di ben 9,1% rispetto a un anno fa, mentre nel resto del Polesine il canone medio è di 8,4 euro, in flessione dell’1% rispetto a giugno e in aumento del 9,9% sul settembre 2024.

Per quanto riguarda i trend delle locazioni nei territori veneti, Immobiliare.it nota: “Quasi tutte le aree del veneto hanno sperimentato un incremento dei canoni nel terzo trimestre del 2025, fatta eccezione per il Comune e la Provincia di Belluno, che calano rispettivamente dello 0,7% e del 4,9%. In lievissima discesa anche il Comune di Vicenza (-0,2%). Detto del territorio più caro per affittare, ancora una volta la Provincia di Belluno, i più abbordabili sono, a pari merito, con 8,4 euro/mq, il relativo Comune e la Provincia di Rovigo. La pressione di domanda di locazioni è calata quasi ovunque nel terzo trimestre dell’anno rispetto a 12 mesi fa; le uniche due eccezioni sono il già citato Comune di Venezia (+0,4%) e il Comune di Belluno (+33,8%). L’offerta è invece in crescita quasi ovunque a doppia cifra, con l’unica eccezione della Provincia di Rovigo (-13,5%)”.

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