Cerca

CULTURA

Il grande ritorno di Fischer-Dieskau

Con “Prospero’s Voice” al suo curriculum si è aggiunta la danza. “Oggi sognate insieme”

Il grande ritorno di Fischer-Dieskau

Con “Prospero’s Voice” al suo curriculum si è aggiunta la danza. “Oggi sognate insieme”

Autunno 1944. Un “omone” quello che, con le dita ancora tremanti per la paura, suona e canta, libera la mente dai fragori di una Wermacht, in cui è arruolato forzatamente, ormai al collasso. Scena, quadro, vita: la sua, quella di Dietrich Fischer-Dieskau. Tedesco, poliedrico interprete di un canto bello, rianimato a dignità, baritono, voce eccezionale che nasceva esattamente 100 anni fa. Mancava, specie in Italia dal ’62, troppo. E Rovigo l’ha fatto suo con una giornata dal respiro internazionale, da prime assolute. Ieri mattina il simposio all’auditorium Tamburini organizzato da teatro Sociale, associazione balletto Città di Rovigo e Fondazione Rovigo cultura, in collaborazione con il conservatorio Venezze e la prestigiosa partnership di Rai Cultura. Ma già nella serata di sabato, molte delle voci intervenute al convegno erano presenti in città, guidate alla scoperta della stessa e della sua grande eredità musicale. Curriculum del tutto unico il suo: dall’arte, più di mille opere, tra sprint astratti quasi come gli acuti del Rigoletto, a colorature alla Kandinskij, ai Lieder interpretati come mai nessuno aveva fatto. L’unica cosa che gli mancava? La danza.

Ed è per questo che proprio l’arte del movimento ha accompagnato il cuore delle celebrazioni, ovvero, “Prospero’s Voice”, lo spettacolo di ieri pomeriggio sul palco del Sociale. Ideato dal maestro Erik Battaglia e Claudio Ronda con la compagnia Fabula Saltica, la rappresentazione ha unito dieci scene. A traghettare gli occhi, Prospero, il mago che Shakespeare pone ad anello tra intrighi umani, amori paterni e intimi legami che il genere umano crea, disfa, ricostruisce.

E così, ad alternarsi sul palco, sulle coreografie di Claudio Ronda, Chiara Tosti, Cassandra Bianco, Alberto Chianello, Maxime Schiavon, nei costumi di Federica Coppo, con passi, movimenti, struggimenti d’anima che hanno narrato l’intricata sfaccettatura di un uomo, prima di tutto. Video multimediali realizzati da Giorgio Bertinelli, partendo dai quadri di Dietrich, hanno accompagnato visivamente le esecuzioni rivelando progressivamente il volto del cantante e svelandone, solo alla fine, la firma. Una firma che ha lasciato, nella voce, l’eco di un tempo, quegli anni ’60 di rimonta dell’opera, quel luccichio strabiliante di un mondo che si riprendeva dal ’45 sperando e, ancora, cantando. “Vi auguro di sognare insieme oggi” ha esordito nei saluti Battaglia, lasciando il sipario alzarsi. E in un attimo la vera voce di Fischer-Dieskau ha riempito la platea riproponendo capolavori dell’anima: dai corali bachiani alle canzoni di Shubert, da Händel a Verdi passando per Mahler. Una tempesta iniziale, come il vortice del suo essere ha dato poi spazio al finale, finalmente, anche per lui, “pace”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400