VOCE
SOCIALE
27.10.2025 - 18:59
ROVIGO - Migranti non solo come peso e come rischio, ma come risorsa. E’ il senso e il messaggio che vuole lanciare il festival della Migrazione che torna a Rovigo con un’edizione, la decima ricca e preziosa. Tre giorni, partiti ieri, in cui si riflette “Oltre il mare e oltre i muri. Un orizzonte di speranza per una nuova città”.
Anche per quest’anno il Cur e le Università di Ferrara e Padova, in collaborazione con Fondazione Cariparo, hanno messo a disposizione le loro sedi rodigine per ospitare tre giorni di riflessione, confronto e dialogo sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione e della cittadinanza, con una visibilità tematica nazionale e di rilievo assoluto per il delicato clima geopolitico, sociale e umano attuale. La kermesse è cominciata nell’aula magna “Luigi Costato” di Palazzo Angeli, sede del Cur con i saluti istituzionali e la moderazione di Serena Forlati, dell’università di Ferrara. Dopo il benvenuto dell’assessore comunale alle politiche sociali, Nadia Bala, della vice presidente della Fondazione Cariparo, Damiana Stocco, del vescovo della diocesi di Adria-Rovigo, monsignor Pierantonio Pavanello, di Alessandra Annoni , vice direttrice Cdl Giurisprudenza UniFe, Luca Agostinetto per l’Università di Padova e Edoardo Patriarca, presidente del consihlio direttivo del Festival delle Migrazioni, ha preso il via l’edizione.
Il vescovo Pavanello ha voluto sottolineare nel suo intervento pubblico: "La nostra risposta deve articolarsi in una prospettiva molto più ampia, che si riassume in quattro verbi, cari a Papa Francesco e fatti propri anche da Papa Leone accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Ciò vale in modo particolare per quella particolare categoria di migranti, che è oggetto delle iniziative di questi giorni a Rovigo, costituita dai minori non accompagnati, i più poveri tra i poveri, perché stranieri, minorenni e privi del sostegno di genitori e altri parenti. Come cristiani non possiamo lasciare che le nostre opinioni e i nostri comportamenti siano dettati solo dalla paura e dal pensiero dominante nell’opinione pubblica".
“La tutela dei minori stranieri non accompagnati alla prova della guerra russo ucraina, cosa cambia, cosa resta” il titolo del pomeriggio di approfondimento che ha dato il la al confronto approfondito, non ideologico, sul fenomeno migratorio attraverso le voci degli esperti. Tra questi, hanno preso la parola Alessandra Annoni (UniFe), osservando l’inquadramento dell’ordinamento internazionale, europeo ed italiano sulla protezione dei minori stranieri non accompagnati, specie dopo la prova della crisi ucraino-russa, seguita da Marcella Cometti, dell’ateneo di Torino.
L’accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati è stato l’accento che ha posto in merito alla disciplina introdotta dal Nuovo Patto sulla migrazione. Ester di Napoli (UniFe), fornendo la cornice del conflitto est-europeo, ha invece portato a riflettere sugli strumenti di diritto internazionale privato a tutela dei minori ucraini. Ha chiuso al rosa degli ospiti, Stefano Scarpelli, dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, proponendo un excursus informativo sul ruolo, non solo del tutore volontario di minori stranieri non accompagnati ma anche di quello dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Gli appuntamenti con il festival continuano: mercoledì 29 ottobre, al Cinema Teatro Duomo con “Oltre ogni muro, un orizzonte di speranza – Dalla fuga all’integrazione, attraverso l’accoglienza. Storie di chi arriva da lontano e di chi se ne prende cura” e giovedì 30 ottobre, al Fisppa dell’Università degli Studi di Padova, nel campus universitario dell’area Cen.Ser (Cubo) con l’incontro “Accoglienza e integrazione dei minori stranieri non accompagnati: un confronto con le buone pratiche”.
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