VOCE
la tragedia di Giulia
28.10.2025 - 06:16
Il processo d’appello per Filippo Turetta si terrà comunque, anche se l’imputato ha deciso di non impugnare la condanna all’ergastolo ricevuta lo scorso dicembre per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. A chiedere di procedere con il secondo grado di giudizio è la Procura generale di Venezia, che punta a ottenere il riconoscimento di due aggravanti escluse in primo grado: la crudeltà e lo stalking.
La decisione dell’accusa, maturata dopo alcuni giorni di riflessione, mantiene dunque in piedi l’udienza già fissata per il 14 novembre nell’aula bunker di Mestre, davanti alla Corte d’assise d’appello presieduta da Michele Medici. La Procura generale sarà rappresentata dal sostituto Pasquale Mazzei, insieme al procuratore generale Federico Prato.
Turetta, 22 anni, originario di Torreglia, era stato condannato in primo grado per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto affettivo con la vittima, oltre che per sequestro di persona e occultamento di cadavere. La Corte d’assise aveva però escluso le aggravanti proposte dal pubblico ministero Andrea Petroni, che ora la Procura generale intende riproporre in appello.
Nel suo atto d’impugnazione, Petroni aveva motivato la crudeltà con le 76 coltellate inferte a Giulia Cecchettin, in tre luoghi diversi e nell’arco di diversi minuti, definendo il gesto come il culmine di un comportamento ossessivo e di controllo. Da qui anche la richiesta di riconoscere la condotta persecutoria come stalking.
La pena, in ogni caso, non potrà cambiare: l’ergastolo resta la massima prevista dal codice penale. Tuttavia, il riconoscimento delle aggravanti avrebbe un valore simbolico e giuridico, su cui insistono i legali della famiglia Cecchettin, costituitasi parte civile, rappresentata dagli avvocati Stefano Tigani, Nicodemo Gentile e Piero Coluccio, che chiederanno anche di ridefinire i risarcimenti.
La decisione di Turetta di rinunciare all’appello era stata comunicata con una lettera scritta a mano, nella quale il giovane aveva spiegato di voler “assumersi pienamente la responsabilità” per quanto commesso, dichiarando di provare “forti sensi di colpa” e di “pentirsi ogni giorno, sinceramente, dal profondo del cuore”.
La difesa sarà affidata ancora al professor Giovanni Caruso e all’avvocata Monica Cornaviera, che affronteranno il processo con un’impostazione definita “più tecnica”, poiché l’imputato non intende più opporsi alla condanna.
L’omicidio di Giulia Cecchettin risale all’11 novembre 2023. Turetta aveva aggredito l’ex fidanzata dopo averla seguita, immobilizzata e ferita a morte. Poi aveva trasportato il corpo in una zona isolata di montagna e si era dato alla fuga verso la Germania, dove era stato arrestato pochi giorni dopo.
Il processo d’appello, dunque, non cambierà la pena, ma sarà l’occasione per definire in via definitiva le circostanze del delitto e le eventuali aggravanti, chiudendo un capitolo giudiziario che ha segnato profondamente l’opinione pubblica e la comunità veneta.
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