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ROMA

Nega l’accesso alla psicologa di un alunno autistico

La denuncia del padre

Nega l’accesso alla psicologa di un alunno autistico

All’Istituto superiore Einstein-Bachelet di Roma, da quasi due mesi, la psicologa che segue un ragazzo autistico di quindici anni non può entrare a scuola. Dopo settimane di richieste ignorate, il padre dello studente ha presentato una diffida formale alla dirigente e alle autorità, denunciando una violazione del diritto all’inclusione e una forma di discriminazione indiretta, come previsto dalla Legge 67 del 2006. La famiglia racconta un percorso esasperante fatto di burocrazia e silenzi istituzionali: “È un calvario continuo — spiega il padre —. Ogni giorno dobbiamo scrivere, telefonare, inviare documenti e moduli per ottenere ciò che la legge già prevede”.

Il genitore sottolinea che il figlio riceve solo 15 ore di sostegno a settimana, equivalenti a circa tre ore di lezione al giorno. “All’inizio dell’anno hanno persino cercato di scoraggiarci dall’iscrizione, citando problemi di spazio, come se nostro figlio non fosse il benvenuto”, racconta. L’ingresso della psicologa, spiega la famiglia, servirebbe a migliorare la collaborazione con i docenti e a sostenere il percorso educativo del ragazzo, ma la scuola avrebbe più volte bloccato l’autorizzazione. “Invece di aiutare, la scuola diventa un ostacolo. Le famiglie come la nostra vengono lasciate sole. Conosco genitori che hanno ritirato i figli perché non riuscivano più a reggere questa situazione”.

Oltre alla diffida, la famiglia ha inviato una lettera al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, chiedendo un intervento urgente: “Gli alunni con disabilità devono avere la priorità, non essere trattati come un peso”. Dall’istituto, al momento, non è arrivata alcuna risposta ufficiale.

Le ore di sostegno, precisa il regolamento, non vengono stabilite dal singolo dirigente ma dal Gruppo di Lavoro Operativo (GLO), che elabora il Piano Educativo Individualizzato (PEI) in base alle necessità dell’alunno. Nel gruppo partecipano docenti, famiglia e operatori sanitari, che indicano le risorse necessarie per l’inclusione. Le proposte vengono poi inviate all’Ufficio Scolastico Regionale, responsabile dell’assegnazione definitiva delle ore in base all’organico disponibile.

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