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musica e pittura

Violino barocco e poesia dialettale

Prima le liriche di palmieri lette dagli studenti, poi il concerto di Myriam Guglielmo e Giovanni Calò

Violino barocco e poesia dialettale

Musica e poesia dialettale a palazzo Venezze. Domenica scorsa alle 11 al salone dei concerti di palazzo Venezze di Rovigo si è tenuto il quarto appuntamento dell’edizione 2025 della “storica” doppia rassegna Musica e Poesia - Musica e Pittura organizzata da conservatorio Francesco Venezze, fondazione Banca del Monte di Rovigo e Accademia dei Concordi con la partecipazione di FinecoBank.

Al saluto introduttivo del coordinatore musicale della rassegna Giuseppe Fagnocchi è seguita l’ultima finestra letteraria coordinata dalla docente Francesca Ghibellini e animata da quattro studenti della classe VB indirizzo tradizionale del liceo scientifico Paleocapa di Rovigo, Nicole Biscuolo, Jessica Bonvento, Francesco Chinaglia e Alessandro Degli Esposti, dedicata a Eugenio Ferdinando Palmieri. Poeta dialettale del Novecento italiano seppe interpretare la città di Rovigo quale simbolo universale della provincia italiana in una interiore dimensione lirica: voce marginale e contraria ma proprio per questo voce autentica della poesia italiana del XX secolo in antitesi ai canoni alla monumentalità. Questi gli aspetti percorsi dai giovanissimi relatori, esemplificati anche dalla lettura di tre testi di Palmieri.

Il programma musicale, “Meraviglie del violino barocco”, ha avuto quali protagonisti la violinista Myriam Guglielmo e il clavicembalista Giovanni Calò in un programma dedicato, con grande attenzione alle attuali prassi di interpretazione storicamente informata, alla sonata italiana tra fine Seicento e prima parte del Settecento. I due modelli, rispettivamente della sonata da chiesa con l’op. 5 n. 1 di Arcangelo Corelli e della sonata da camera con l’op. 1 n. 1 di Francesco Maria Veracini, hanno dimostrato l’attuale freschezza innovativa di questa forma sulla quale gli interpreti possono ornamentare e arricchire le due essenziali linee scritte: la realizzazione del basso di Giovanni Calò ha evidenziato la sontuosa ricchezza contrappuntistica-accordale possibile sulla tastiera del clavicembalo, mentre Myriam Guglielmo ha espresso, in una attenta ed equilibrata ricerca sonora e di abbellimenti, le meraviglie di un violino in netta evoluzione linguistica da Corelli a Veracini, dando prova di una solida tecnica strumentale.

Al termine ha offerto al pubblico un brevissimo fuori programma, la dolcissima Aria del Tasso per violino solo di Giuseppe Tartini, “chiudendo” così significativamente non solo l’evento, ma anche la prima fase della rassegna dedicata all’intreccio tra musica e poesia.

Il prossimo appuntamento, che si terrà domenica 9 novembre alle 11 all’auditorium Marco Tamburini, aprirà la seconda fase della rassegna, dedicata a Musica e Pittura con la presentazione de “L’arte sociale di Ervardo Fioravanti”, artista eclettico e protagonista di momenti cruciali della storia del secolo scorso, a cura del ricercatore e critico Alfredo Sigolo. Il percorso musicale “Semplicità al quadrato” partirà dalle miniature pianistiche Jeux d’enfants di Georges Bizet e, facendo perno sopra un lavoro per flauto e pianoforte di Alfredo Casella scritto a Parigi, approderà in Italia con una sonata per violoncello e basso di Antonio Vivaldi nella revisione novecentesca di Luigi Dallapiccola che fu anche presidente onorario della sezione di Rovigo della Gioventù musicale d’Italia. Interpreti del programma Filippo Balzan flauto, Viola Guerra violoncello, Margherita De Canio e Marina Miani pianoforte.

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