VOCE
porto viro
30.10.2025 - 21:19
 
									Sembrava tutto chiuso dopo la sentenza del Tar del Veneto, ma la partita politica di Porto Viro è tutt’altro che finita.
Stefano Permunian non si arrende. Dopo la sconfitta alle urne e il rigetto del ricorso da parte del Tar, l’ex candidato sindaco torna all’attacco e porta la contesa davanti al Consiglio di Stato, il massimo organo della giustizia amministrativa.
Nel mirino tornano le ormai famose schede con le scritte “Thor” e “Vigile”, considerate valide dai giudici di Venezia e decisive per la vittoria del sindaco Mario Mantovan, eletto a maggio con appena sette voti di vantaggio (2.530 contro 2.523). L’appello, di circa 40 pagine, è firmato dall’avvocato Francesco Pignatiello e chiede di annullare la sentenza del Tar e di riesaminare le schede contestate, diventate simbolo del cosiddetto “caso Thor”.
Secondo il ricorso, il Tar avrebbe “sbagliato nel definire affettivi o descrittivi” segni che invece, secondo Permunian, rendono riconoscibile l’elettore, violando la regola che tutela la segretezza del voto. Di fatto, la difesa sostiene che scrivere “Thor” o “Vigile” sulla scheda poteva far capire chi aveva votato per chi. Nel documento si legge anche che la sentenza del Tar avrebbe “minimizzato il significato di espressioni estranee al nome del candidato”, ricordando che “il riferimento al cane Thor e alla qualifica di vigile erano notoriamente riconducibili a Mantovan e usati durante la campagna elettorale”.
L’appello definisce “illogica e contraddittoria” la motivazione dei giudici di Venezia e chiede al Consiglio di Stato di disporre “una nuova verifica delle schede” o, se necessario, “la ripetizione del voto nelle sezioni interessate”. Oltre al caso “Thor”, l’atto solleva anche dubbi su presunti errori nei verbali dei seggi, segnalando la “mancata chiarezza sulle schede nulle o contestate” e la “non corrispondenza tra verbali e tabelle riepilogative”.
In sostanza, la difesa di Permunian chiede che la decisione del Tar venga completamente annullata e che vengano rivalutate anche le spese legali. Ora spetta al Comune di Porto Viro, rappresentato dall’avvocato Maurizio Sartori di Verona, e al sindaco Mantovan, difeso dall’avvocata Maura Veronese, decidere se costituirsi di nuovo in giudizio. La prima sentenza aveva stabilito la compensazione delle spese, cioè che ognuno pagasse i propri legali.
Nel frattempo, la vicenda, ribattezzata dalle testate nazionali come “il caso Thor”, continua a far parlare di sé anche fuori dal Polesine. Dopo l’alleggerimento della questione con la partecipazione del sindaco alla trasmissione “I Fatti Vostri “su Rai 2, il nuovo ricorso riporta tutto sul terreno della giustizia amministrativa.
Interpellato sull’appello presentato da Permunian, Mario Mantovan ha scelto la linea della prudenza: “No comment”, ha detto il primo cittadino, preferendo, per il momento, non aggiungere altro.
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