VOCE
adria
31.10.2025 - 06:00
Una vita in divisa, a condividere con i colleghi momenti difficili, momenti indimenticabili, tragedie, salvataggi, entusiasmi, amarezze. E, all’ultimo turno, sono tutti lì, per te, a darti un abbraccio, tra il suono delle sirene. E’ stato un momento magico, quello vissuto al distaccamento dei vigili del fuoco di Adria, domenica scorsa, per il saluto al Capo Squadra Esperto Luca Visentin, una delle “colonne” del gruppo dei pompieri di Adria.
Ha prestato servizio nei comandi di Torino, Mantova e Bologna, tornando in Polesine, la sua terra, nel 2021.
“L’alto grado di competenza palesata nell’espletamento del proprio servizio, anche in occasione di calamità fuori provincia - scrive di lui la comandante provinciale dei vigili del fuoco di Rovigo, ingegnere Alessandra Bascià - e lo sforzo profuso con professionalità rappresentano sicuramente una conferma delle indiscusse capacità, tecniche, operative ed umane che valorizzano il senso di appartenenza al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco”.
Davvero tante le emergenze che, in questi anni, ha affrontato assieme ai colleghi. Il 7 gennaio del 2005 era in servizio a Bologna quando la sua squadra venne chiamata ad accorrere, assieme a numerose altre, sulla scena del devastante incidente ferroviario di Crevalcore, dove un treno merci e un treno addetto al trasporto persone impattarono, con conseguenze devastanti. Il bilancio finale fu di 17 morti e di 80 feriti. Durante il servizio a Torino, poi, prese parte agli interventi per la messa in sicurezza della cappella della basilica dove è custodita la Sacra Sindone, che era stata colpita da un incendio.
Poi, ancora, una presenza fissa nei vari terremoti che, in questi anni, hanno colpito il Centro e il Nord Italia. E, infine, la partecipazione alle missioni per aiutare le popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dall’alluvione. Ora, è il momento di prendersi un po’ di riposo. Restando, in ogni caso, un pompiere, perché non basta certo svestire una divisa per cessare di esserlo. Ammesso sia possibile, del resto.
I colleghi, da parte loro, gli hanno voluto dire, con un saluto davvero speciale, che sarà sempre parte della grande famiglia dei vigili del fuoco. E, oltre alla passerella tra l’inno nazionale, l’alzabandiera e gli abbracci di fronte ai mezzi schierati, con le sirene in funzione, hanno voluto dedicargli una targa.
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