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Caso polo natatorio: assolti tutti i politici

La decisione della Corte dei conti

La prossima settimana riapre il Polo Natatorio e dal 31 anche l'impianto estivo

La piscina estiva del Polo Natatorio di Rovigo

La Corte dei Conti si è pronunciata sull’annosa vicenda del project financing per la costruzione del nuovo polo natatorio di viale Porta Po: i 12 consiglieri comunali che nella seduta del 28 febbraio 2005 hanno approvato la proposta del project, ovvero l’ex sindaco ed attuale consigliere di Forza Italia Paolo Avezzù, l’attuale vicesindaco Andrea Bimbatti, l’attuale consigliere di Fdi Marco Venuto, Lucio Giomo, che si è spento pochi giorni fa prima di poter conoscere la buona notizia, Beatrice Di Meo, Nicola Settini, Mirko Gennari, Mauro Visentin, Stefano Bellinazzi, Renzo Bellinello, Rinaldo Salvan e Renato Borgato, sono stati assolti perché “i rischi, pur insiti nelle clausole contrattuali, non furono adeguatamente rappresentati in sede istruttoria e deliberativa: difettano, pertanto, sia l'elemento soggettivo del dolo o della colpa grave, sia il nesso di causalità tra la delibera del 2005 e il pregiudizio economico lamentato”. 

Assoluzione anche per l’ex sindaco Fausto Merchiori, il già vicesindaco Graziano Azzalin e agli ex assessori Raffaela Salmaso, Giovanna Pineda e Giancarlo Moschin e l’attuale parlamentare Nadia Romeo, che hanno votato la delibera 75 del 2007 di integrazione della clausola che era stata inserita nel project siglato il 9 giugno 2006, tra il primo turno e il ballottaggio delle elezioni poi vinte da Merchiori su Avezzù, e che prevedeva la tristemente nota “surroga” del Comune nei debiti dei costruttori in caso di insolvenza, ai quali la Corte riconosce l’avvedutezza della scelta di non procedere all’annullamento del contratto, perché “l’operazione di project financing, nel 2007, si trovava in una fase avanzata di realizzazione, con lavori già avviati e investimenti significativi da parte della società concessionaria e, di conseguenza, una eventuale revoca avrebbe determinato oneri indennitari rilevanti per il Comune, parametrati alle spese sostenute e al danno emergente, oltre alla necessità di assicurare comunque il completamento dell’opera”.

Proprio sulla contestata clausola, di “accollo”, la Corte non ha avuto alcunché da rilevare, mentre lo ha avuto cosiddetto “lodo Baldetti”, ovvero il contenzioso sul ritardo nella consegna del terreno dell’ex Baldetti a Veneto Nuoto, per il quale è stata riconosciuta una parte di responsabilità alla dirigente ancora a capo della ragioneria Nicoletta Cittadin ed all’ex dirigente Alberto Moscardi, in particolare per un aspetto legato al pagamento dell’Iva sulla transazione, condannati al pagamento, rispettivamente, di 162.099,80 e 64.839,92 euro. Ovviamente, da parte loro la sentenza sarà impugnata in appello.

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