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taglio di po

Le nostre difese ora fanno scuola

Itinerario tra impianti irrigui, barriere antisale e bacini per condividere le buone pratiche

Le nostre difese ora fanno scuola

Quando il grande fiume rallenta la sua corsa e la portata del Po si abbassa, l’acqua salata risale per chilometri nell’entroterra, insinuandosi tra i canali e compromettendo ecosistemi, agricoltura e risorse idriche. E’ uno dei segni più evidenti della crisi climatica che colpisce il Delta del Po, un territorio fragile dove alla siccità prolungata si alternano precipitazioni sempre più violente.

Per affrontare queste sfide, il Delta ha imparato a innovare: nuove opere idrauliche, interventi di bonifica, sistemi di gestione sostenibile delle acque e soluzioni basate sulla natura rappresentano oggi un patrimonio di conoscenze che attira l’attenzione di tecnici e amministratori da tutto il bacino padano. E proprio per condividere queste esperienze, Legambiente Veneto, il Consorzio di Bonifica Delta del Po e Anbi Veneto hanno promosso una giornata di approfondimento che ha trasformato il territorio in una grande aula all’aperto, con partenza dal museo regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin, a Taglio di Po.

“Il Delta del Po riassume in sé molte delle problematiche, derivanti dal cambiamento climatico e dalle attività umane, che interessano l’asta del grande fiume, acuite da problematiche proprie come la risalita del cuneo salino e la subsidenza - ha spiegato Rodolfo Laurenti, direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po - Le sperimentazioni, le progettualità e le nuove opere che il Consorzio di bonifica realizza, oltre alla quotidiana azione di manutenzione, dell’infrastruttura idraulica rappresentano attività d’importanza esistenziale per questo territorio”.

Un concetto ribadito anche da Francesco Tornatore dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, che ha richiamato la necessità di ripensare la gestione delle risorse naturali. “I cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova un sistema di gestione del territorio e delle risorse naturali pensato e realizzato nel corso di secoli - ha sottolineato - oggi, nel distretto del fiume Po, abbiamo bisogno di ragionare su di un nuovo modello gestionale, in grado di rispondere ad esigenze molto diverse e spesso in contrasto tra di loro. L’obbiettivo di Climax Po è proprio quello di stimolare il dialogo al fine di individuare soluzioni che non sono più procrastinabili. In tal senso, il Delta del Po, con la sua complessità rappresenta un’ottima area su cui lavorare e in cui sperimentare soluzioni innovative in grado di continuare a garantire il delicato equilibrio tra uomo e natura che si è consolidato nei secoli e che fa di quest’area una delle aree più belle che ci siano in Italia e in Europa”.

Il percorso di visita ha toccato sei luoghi chiave: dall’impianto irriguo di Goro, dove l’acqua di bonifica viene recuperata per l’agricoltura, alla barriera antisale di Scardovari, costruita per fermare la risalita dell’acqua marina. Il ponte dismesso di Ca’ Mello ha offerto la misura del fenomeno della subsidenza, mentre al bacino di Volta Vaccari sono state illustrate le soluzioni naturali per trattenere acqua dolce. L’itinerario si è concluso con l’idrovora di Ca’ Dolfin, simbolo della sicurezza idraulica del Delta, e con la riflessione su quanto le opere di bonifica siano oggi indispensabili per ridurre i rischi di inondazione. All’iniziativa hanno partecipato rappresentanti da diverse regioni del bacino del Po, interessati a conoscere da vicino le buone pratiche del territorio e a valutare la possibilità di replicarle altrove. Il seminario itinerante “Delta del Po: un laboratorio a cielo aperto” rientra nel ciclo “Life Climax Po-Edizione 2025: Adattarsi al clima che cambia”, parte del progetto europeo Climax Po cofinanziato dal programma Life. Un’iniziativa che mira a promuovere strategie di adattamento climatico in tutto il distretto del fiume, in linea con la “strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, con l’obiettivo di preservare un equilibrio millenario tra uomo e natura che oggi, più che mai, richiede impegno, innovazione e collaborazione.

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