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veneto
31.10.2025 - 07:58
 
									Resta ancora senza una risposta certa la morte improvvisa di Chiara Zardo, la diciottenne di Pederobba (Treviso) trovata senza vita nel letto dalla madre, sabato scorso, nel loro appartamento di piazza Varnier. L’autopsia, eseguita dall’anatomopatologo Alberto Furlanetto su incarico della Procura, non ha evidenziato segni di asfissia né danni apparenti agli organi interni. A stroncare la giovane sarebbe stato un arresto cardiocircolatorio, ma le cause restano da chiarire.
Durante l’esame autoptico, al quale ha partecipato anche il consulente della famiglia, Giacomo Fassina, nominato dall’avvocato Davide Favotto, non sono state trovate tracce macroscopiche di assunzione di farmaci o sostanze stupefacenti. I liquidi biologici e i tessuti prelevati saranno ora analizzati dal Centro antiveleni di Pavia, che effettuerà accertamenti tossicologici approfonditi. I risultati, attesi tra 60 e 90 giorni, potrebbero chiarire le cause della morte.
La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per morte in conseguenza di altro reato, una formula che consente di indagare su ogni possibile ipotesi. Come da protocollo, gli esami includeranno la ricerca di Fentanyl e di altre Nuove Sostanze Psicoattive (Nps), composti sintetici in grado di riprodurre gli effetti di droghe tradizionali ma con potenze e rischi molto elevati. Gli investigatori non escludono che Chiara possa aver assunto, consapevolmente o meno, una sostanza di questo tipo, forse in combinazione con un comune antinfiammatorio.
La sera precedente al decesso, Chiara era uscita con alcuni amici, già ascoltati dagli inquirenti. Al rientro aveva riferito alla madre di avere mal di gola. La donna le aveva somministrato ibuprofene, poi la ragazza era andata a dormire. La mattina successiva non si è più svegliata.
La madre, Elisa Ciannillo, ha respinto l’ipotesi di un coinvolgimento di droghe: "Mia figlia era sanissima, voglio sapere cosa le è successo". Anche il padre, Noè Zardo, ex comandante del nucleo radiomobile di Feltre, ha ricordato che la figlia aveva superato alcune fragilità giovanili e stava costruendo con serenità il proprio futuro.
L’Usl 2 Marca Trevigiana ha ribadito l’importanza degli accertamenti: "Solo un’autopsia completa potrà chiarire le cause del decesso", ha spiegato il direttore generale Francesco Benazzi.
La comunità di Pederobba resta sconvolta per una tragedia che ha colpito una ragazza conosciuta e stimata, e che attende ora risposte da un’indagine ancora piena di incognite.
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