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I DATI

Ictus, riconoscerlo subito

Sintomi chiave e strategie per ridurre il rischio

Ictus, riconoscerlo subito

Ogni anno sono circa 15 milioni le persone colpite da ictus nel mondo. Nonostante i progressi della medicina, sei pazienti su dieci perdono la vita o restano con gravi disabilità. Per questo la prevenzione resta decisiva. In occasione della Giornata mondiale dell’Ictus, l’Istituto Superiore di Sanità ribadisce che la rapidità è fondamentale: l’ictus è una malattia “tempo-dipendente” e riconoscere i segnali permette interventi tempestivi e maggiori possibilità di recupero.

Secondo gli esperti, ci sono sintomi che non vanno mai ignorati: debolezza o intorpidimento improvviso di viso, braccio o gamba – soprattutto su un lato del corpo, difficoltà nel parlare o nel comprendere le parole, disturbi della vista, perdita di equilibrio, forte mal di testa improvviso senza causa apparente, fino allo svenimento. Di fronte a questi segnali, la raccomandazione è una sola: chiamare subito i soccorsi, anche se i disturbi sembrano lievi, perché la situazione può peggiorare rapidamente.

Lo stile di vita pesa in modo determinante. Fumo, sedentarietà e dieta ricca di sale aumentano il rischio di sviluppare ipertensione, diabete e iperlipidemia, condizioni che rappresentano terreno fertile per l’ictus. L’Oms ricorda che quattro morti su dieci potrebbero essere evitate mantenendo la pressione arteriosa sotto controllo, mentre due decessi su cinque sotto i 65 anni sono legati al fumo. In Italia, i dati mostrano valori pressori elevati in quasi la metà degli uomini e in oltre un terzo delle donne, con un consumo di sale ancora troppo alto rispetto alle indicazioni internazionali.

Le malattie del sistema circolatorio restano la prima causa di morte nel Paese, responsabili del 30,9% dei decessi nel 2022. L’ictus e le patologie cerebrovascolari incidono pesantemente, rappresentando un quarto delle morti cardiovascolari. Tuttavia, negli ultimi decenni l’Italia ha registrato un calo significativo della mortalità. Tra il 2017 e il 2022, il tasso di decessi per malattie circolatorie è diminuito del 10,9%, mentre le morti per patologie cerebrovascolari sono scese del 14,8%.

Gli specialisti sottolineano che questo risultato è frutto sia dei progressi terapeutici sia del miglioramento delle misure preventive e dei percorsi riabilitativi.

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