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il concerto

Lo Stradivari che fa suonare la magia

Sul palco anche l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Michael Hofstetter.

Lo Stradivari che fa suonare la magia

Sul palco anche l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Michael Hofstetter.

Ha tutto il sapore di un suono ruvidamente antico, nodoso quanto magistralmente tagliente, quello dello Stradivari 1718 “ex-Prové” che, venerdì sera, ha incantato il teatro Sociale per il primo appuntamento della stagione concertistica. A suonarlo, Ilya Gringolts, uno dei più sofisticati interpreti del panorama solistico internazionale, già factotum di tournè sui più importanti palchi europei e tra le fila delle orchestre più mondialmente quotate.

La Sinfonica nazionale ungherese, la Royal Scottish National Orchestra, la Bbc Symphony Orchestra, la Filarmonica della Scala, solo alcune di queste. Insomma, una cartina di successi che anche Rovigo ha potuto apprezzare in un programma altalenante, tra sprint virtuosi e un delicatissimo tocco d’arco sulle corde tese e l’accompagnamento dell’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Michael Hofstetter.

Grande intuizione della serata un pezzo contemporaneo. Nota è infatti alla passione del giovane violinista per le sonorità dei nostri tempi, tanto che, oltre all’interesse per prassi esecutiva filologica, Gringolts e Ilan Volkov hanno fondato la “I&I Foundation”, un organismo promotore del genere musicale ma anche committente di nuove opere a giovanissimi compositori. Da Leclair e Locatelli, ma anche opere soliste e per orchestra di Paganini, una vera e propria discografia vitale di successi, interpretazioni eccellenti e cuore, tanto cuore.

Ad aprire il tris di brani, il concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 77, della terza “b” dei grandi della musica, vale a dire Johannes Brahms. Tra un vorticoso giro d’arco iniziale, impalpabili quanto acute sono state le stringate dell’archetto; un’interpretazione vissuta d’un pezzo, e lo si è percepito. A intervallare il finale dell’opera, tra timpani, trombe e una velocissima voce d’arco interpretata da Gringolts con estrema capacità di resa attraverso tutto il corpo, il pezzo scritto da Berislav Šipuš, “Nuovo lavoro per voce pre-registrata e orchestra”.

Palpabile il silenzio assoluto in platea al momento dell’assolo, prima di scoppiare in un fragoroso applauso. Sempre dell’autore tedesco, la grande conclusione con “Variazioni in si bemolle maggiore per orchestra op. 56 da un tema dal chorale Antonii della Feldparthie n. 6. Qualche battito di piede, un’impennata di schiena e una punta d’arco, quasi a sfondare lo spazio visivo della scena, hanno dato luce a una stella nazionale nella notte rodigina.

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