VOCE
veneto
03.11.2025 - 14:10
Doveva essere una festa esclusiva di Halloween per adolescenti, con musica trap, commerciale e reggaeton, ma si è rivelata un raggiro ai danni di centinaia di ragazzi tra i 14 e i 16 anni. L’evento era stato pubblicizzato come un appuntamento imperdibile a Ponte San Nicolò con ingresso a pagamento tra i 15 e i 35 euro, tavolo incluso.
Le promesse parlavano di una serata “irripetibile” fino alle due del mattino, in una location immersa nella campagna padovana. In realtà, dietro il progetto si celava un’organizzazione improvvisata — e, secondo gli investigatori, del tutto inesistente — che ha fatto sparire migliaia di euro.
A promuovere l’iniziativa sarebbe stato un ragazzo di origini pachistane, probabilmente minorenne, che gestiva tutto attraverso chat e social network. Gli iscritti alla festa avevano superato quota mille, e le notifiche di aggiornamento arrivavano a raffica. L’organizzatore incitava i partecipanti a pagare in contanti per “bloccare il posto”, sostenendo che i biglietti stessero per finire.
Ma poche ore prima del presunto inizio del party, la situazione è precipitata. La location annunciata all’ultimo momento è stata dichiarata “inutilizzabile” e la festa annullata. Le giustificazioni cambiano di versione in versione: prima un presunto controllo dei carabinieri, poi il furto dei soldi necessari all’organizzazione. Alla richiesta di rimborso, il ragazzo ha risposto promettendo di “conservare i soldi per un nuovo evento”, senza restituire nulla.
Tra i genitori dei giovani coinvolti è scoppiata la protesta. Molti hanno deciso di rivolgersi alle autorità e a un legale. L’avvocato Michele Sgarbossa, che ha raccolto numerose segnalazioni, ha stimato che il giovane organizzatore e alcuni suoi collaboratori potrebbero aver raccolto tra i 15 e i 30mila euro in contanti, senza rilasciare ricevute né fatture. "Stiamo valutando un’azione legale collettiva – spiega il legale – Le cifre non sono trascurabili e diversi genitori si sentono truffati".
L’organizzatore, che già in estate aveva promosso piccole feste per guadagnarsi credibilità, incontrava i ragazzi nei pressi di piazza Duomo, zona Santo o vicino ad alcune scuole superiori, consegnando personalmente i biglietti o incassando le quote.
Dopo la cancellazione dell’evento, nella chat di gruppo sono comparsi documenti relativi a presunti permessi e autorizzazioni Siae, la cui autenticità resta da verificare. Intanto, in rete è circolato anche un audio — poi rimosso — in cui uno degli organizzatori, con tono di scherno, si vantava di "aver fregato tutti".
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