VOCE
TRECENTA
03.11.2025 - 07:30
I bimbi giocano durante la messa, il sindaco - fuori dalla chiesa - riprende i genitori, e loro passano al contrattacco su Facebook: “Le prediche le fa don Diego. Il sindaco prima di fare la morale agli altri, guardi a casa propria”. Domenica infuocata, quella di ieri, a Trecenta.
Tutto comincia alla cerimonia religiosa alla presenza delle autorità, in occasione della Giornata dei Defunti e alla vigilia del 4 Novembre, Festa dell’Unità nazionale. Per questo, alla funzione era presente anche il sindaco, Anna Gotti, con la fascia tricolore, oltre a autorità civili e militari e associazioni combattentistiche. Durante la messa, però, succede qualcosa. “Un paio di bambini giocavano davanti all’altare e si rincorrevano tra le navate, con i genitori stessi a rincorrerli a loro volta”, racconta, in tarda mattinata, il sindaco, quando ormai la polemica social è già divampata.
“In tanti ci siamo guardati un po’ così... - allarga le braccia il sindaco - tutti siamo stati bambini e molti siamo anche genitori, sappiamo che i bimbi possono piangere o fare i capricci. Ci sta, e nessuno se ne sarebbe mai lamentato. Diversi sono certi altri atteggiamenti, ed è anche per questo che, fuori dalla messa, ho chiesto ai genitori, che non conosco, di educare gradualmente i propri figli al rispetto, perché obiettivamente la funzione di questa mattina (ieri, ndr) è stata disturbata. Quella che ho posto è una questione di rispetto, nei confronti di tutti”. Secondo il racconto del sindaco, i genitori in questione, sul momento, non hanno replicato a quanto contestato loro dal primo cittadino. Salvo, poco prima di mezzogiorno, affidare ai social le proprie lamentele. “Mi permetto di dire che prima di giudicare il comportamento di due bambini piccoli in chiesa, sarebbe più opportuno guardare alle proprie responsabilità”, dice uno dei genitori, chiamando in causa poi la chiusura dell’area sgambamento cani (a seguito del forte maltempo di settembre) e la situazione dell’ospedale di Trecenta.
“Cose che non c’entrano nulla con quanto accaduto in chiesa”, replica il sindaco, che respinge anche le accuse di “partecipare raramente (se non mai) alla funzione religiosa”: “La fede è faccenda privata - sottolinea con forza la Gotti - quella di questa mattina (ieri, ndr) era però una funzione pubblica a cui ho partecipato in veste di sindaco, com’era mio dovere fare”. Il sindaco, inoltre, annuncia che “valuterò se in quanto scritto dai due genitori sui social ci siano gli estremi della diffamazione”.
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