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l'allarme

“Torna lo spettro subsidenza”

Pd, Romeo attacca le forze di governo per la riapertura dell’iter per la ricerca di gas in Polesine

“Torna lo spettro subsidenza”

“Sul Polesine torna a incombere lo spettro della subsidenza, ossia l’abbassamento della costa a seguito dello svuotamento di gas naturale dal sottosuolo, che ha già provocato danni pesantissimi, negli anni passati, alla nostra provincia”. Così l’onorevole Pd Nadia Romeo intervenendo sulla riattivazione dell’iter del premesso di ricerca di gas sotterraneo non in mare, come negli ultimi anni, ma di nuovo a terra, con la “resurrezione” del progetto “La Risorta”, avviato nel 2005 da Aleanna, che con la nuova società Apennine Energy, ha visto ripristinata l’istanza con il prosieguo dell’iter istruttorio dopo che il Tar ha bocciato il “Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, Pitesai del 2021.

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“Da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia - aggiunge Romeo - i partiti che governano a livello nazionale, ma anche regionale, arriva l’ennesima dimostrazione del completo disinteresse e del perenne abbandono riservato al nostro territorio, con la riattivazione del progetto per la ricerca di gas metano da estrarre in una vasta area sulla terraferma, di circa 150 chilometri quadrati, che comprende i Comuni di Adria, Gavello, Villanova Marchesana, Papozze, Taglio di Po, Corbola e Ariano, oltre a quelli, nel Ferrarese, di Berra, Mesola, Jolanda di Savoia e Codigoro. Non solo: le stesse forze politiche che governano a livello centrale e regionale hanno, per la prima volta nella storia, azzerato i finanziamenti ai Consorzi di bonifica".

"Il tutto mentre l’ultimo rapporto della Società geografica italiana individua il Polesine come la zona, in Italia, maggiormente esposta alle catastrofiche conseguenze dell’innalzamento dei mari che già si sta verificando. Come parlamentare, presenterò immediatamente una interrogazione per stoppare sul nascere questa ripresa della ricerca finalizzata all’attività estrattiva. Penso che sia ora che tutti i polesani prendano coscienza della considerazione, pari a zero, che la nostra provincia riceve dalle forze politiche che guidano il Paese e la Regione: il 23 e 24 sarà possibile fare, finalmente, la differenza per il Polesine”.

Sul tema, interviene anche il senatore FdI Bartolomeo Amidei: “La mia posizione l’ho già espressa più volte. Pur rimarcando che non siamo contrari alle estrazioni, lo sono e lo siamo per quanto riguarda il Polesine. E se lo siamo in mare, al largo delle nostre coste, figuriamoci a terra. Credo, però, che per ora si tratti di un falso problema, è solo la presentazione di un’istanza. Ricordo che è stato lo stesso ministro Adolfo Urso, quando è stato in Polesine, a ribadire chiaramente che di trivellazioni al largo del Polesine non se ne parla. Per la precisione, il ministro ha detto: “Ovviamente l’esperienza del Polesine la conosciamo tutti, è un’esperienza del passato con tecnologie vecchie, comunque non è questo l’obiettivo del Governo: ci sono altre possibilità di realizzare in altre parti sia dell’Adriatico che dello Ionio e ovviamente sulla terraferma”.

Da parte sua, l’assessore regionale Cristiano Corazzari rimarca “il ruolo che ha avuto nel tempo l’amministrazione Zaia e anche il sottoscritto nel costante contrasto alle minacce di trivellazioni nel nostro Polesine. Una posizione molto netta e trasversalmente unitaria della Regione che ci ha sempre visto portare avanti iniziative legislative e referendarie per mettere al sicuro la nostra terra. Ora valuteremo le iniziative migliori per mettere la provincia di Rovigo al riparo da ulteriori tentativi di sfruttamento del gas sotterraneo in un territorio già pesantemente segnato dalle estrazioni e dalla subsidenza”.

La consigliere regionale Laura Cestari non nasconde le preoccupazioni: “La nostra comunità ha paura. Lo sviluppo economico non può e non deve mai compromettere la sostenibilità ambientale di un territorio. Soprattutto quando quel territorio è delicato. La necessità per un Paese di godere di una autonomia energetica è sacrosanta. Servono però adeguate garanzie ambientali perché gli investimenti in un territorio non possono compromettere le generazioni future. Il Polesine è la nostra casa: ed è una casa molto delicata. Chi vuole utilizzare le risorse della nostra casa, deve conoscerla e averne rispetto”.

“Se ci volete affondare, allora fatelo subito”, è la provocazione di Enrica Muraro candidata del Movimento 5 Stelle che aggiunge: “Se per Venezia e per Roma siamo solo un territorio sacrificabile e povero, facciamo andare tutto sotto acqua, il Polesine ha dato abbastanza, fino al sacrificio totale. Si torna a vedere il Polesine come una fonte di estrazione da sfruttare, ignorando il pericolo storico e scientifico della subsidenza che minaccia la nostra terra”.

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