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san martino di venezze

Mirco, papà separato, cade dal silos e muore

Aveva 47 anni. E' il secondo morto sul lavoro in otto giorni in Polesine

Un volo da otto metri si è portato via la vita di Mirco Furlin, 47 anni, papà separato, di Monselice, nel pomeriggio di oggi 4 novembre intorno alle 14,30. L'uomo, secondo le prime ricostruzioni, stava lavorando su un silos nell'azienda che tratta il mais tra San Martino di Venezze e Mardimago, subito dopo Mardimago, in via Madonnina 370. La Cooperativa Produttori di Mais di San Martino. Mirco non era, comunque, dipendente di questa azienda, ma un artigiano "esterno", che si stava occupando di manutenzioni.

Sul posto si sono precipitati il Suem 118, con ambulanza e automedica, i carabinieri e lo Spisal. Quest'ultimo è l'ufficio dell'Ulss 5 Polesana, l'azienda sanitaria del Polesine, che si occupa della sicurezza sul lavoro e dei relativi controlli e che, in caso di infortuni, assume le funzioni di polizia giudiziaria. Purtroppo per l'uomo non c'è stato nulla da fare. La dinamica, adesso al vaglio degli inquirenti, ricorda la morte di Marius Viorel Bochis, l'operaio 41enne morto il 21 marzo scorso, a Pontelagorino (Ferrara) mentre lavorava sopra un silos alto 10 metri alla Grandi Riso Spa.

Un'altra tragedia che si porta via una giovane vita, in Polesine, ad appena otto giorni di distanza dalla morte sul lavoro di Luca Domenicale, 29 anni, di Taglio di Po, schiacciato da un macchinario nell'azienda di prefabbricati di Rosolina nella quale lavorava.

Immediata la presa di posizione di Nadia Romeo, rodigina, deputata del Pd. "Due morti sul lavoro in appena otto giorni. L’uno, il 27 ottobre, a Rosolina, l’altro oggi, martedì 4 novembre, a San Martino di Venezze. Un costo, in vite umane, che sarebbe inaccettabile pagare ovunque, figurarsi in una piccola realtà come il Polesine. Non è pensabile che, nel 2025, si esca per andare al lavoro e non si torni a casa, lasciando famiglie nel dolore, nello sconcerto, nella rabbia, nell’incertezza economica".

"Da tempo, inascoltati, chiediamo al Governo che nella sicurezza sul lavoro si investa veramente, dando più risorse e personale agli organismi deputati a effettuare i controlli nelle aziende, investendo sempre di più anche in formazione del personale. Non si può pensare che in un paese civile, con gli strumenti  e le tecnologie che oggi abbiamo a disposizione, possa accadere che dal lavoro non si torni, mai più".

Ferma la condanna di Roberto Toigo, segretario regionale della Uil. “L’ennesima morte sul lavoro in provincia di Rovigo - denuncia - L’ennesima caduta dall’alto, una delle cause che ha mietuto più vittime durante il 2025 nella nostra regione e non solo. Nonostante i protocolli, i controlli, gli allarmi, non si riesce a spezzare questa lunga catena di infortuni. Occorre un passo in più, occorre capire che la fretta e il profitto non possono costare vite umane”.

A livello provinciale, poi, si registra l’intervento dei tre sindacati di Cgil, Cisl e Uil. “Un’altra vita stroncata da un infortunio sul lavoro - dicono i tre segretari provinciali - A nemmeno una settimana dalla morte di Luca Domenicale, a Taglio di Po, il Polesine piange un’altra vittima. Vuol dire che si può e si deve fare di più. In attesa che sia verificata la dinamica dell’accaduto, esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia del lavoratore. Soltanto lo scorso marzo un altro lavoratore polesano, di origini romene, ma residente Ceregnano, ha perso la vita a causa di una vicenda molto simile, precipitando da un silos nel ferrarese. Non possiamo accettare che il Polesine si confermi come una delle province con un’alta incidenza di mortalità sul lavoro, superiore alla media nazionale. Non possiamo aspettare l’attuazione del decreto sicurezza del governo, che ci impegniamo comunque a migliorare attraverso gli interventi attuativi previsti, né quella del piano strategico triennale per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro approvato dalla Regione. È urgente un confronto immediato sul territorio che coinvolga le parti sociali, le istituzioni e le associazioni di categoria, per definire una strategia comune che agisca sia sul fronte della prevenzione”.

Grande il dolore della sindaca di San Martino Elisa Sette. “A nome dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità di San Martino di Venezze - dice - esprimo il più profondo cordoglio per la tragedia consumata nel nostro comune oggi. Di fronte a una vita spezzata sul luogo di lavoro ogni parola sembra insufficiente: il pensiero va alla famiglia, agli amici e ai colleghi della vittima, che in questo momento vivono un dolore incolmabile. Solo pochi giorni fa, un altro lavoratore ha perso la vita nella nostra provincia. Due tragedie in una settimana non possono lasciarci indifferenti: ci ricordano che il tema della sicurezza sul lavoro non è mai davvero “risolto” e che richiede un impegno costante e concreto da parte di tutti — istituzioni, imprese, lavoratori e mondo della formazione. La sicurezza non è un adempimento burocratico, ma un valore civile e umano che deve stare alla base di ogni attività produttiva. Dobbiamo investire nella formazione, nella prevenzione e nei controlli, affinché il lavoro — che è dignità, crescita e futuro — non diventi mai motivo di dolore e di lutto”.

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